venerdì 22 aprile 2011

"Per coloro che credono, tutto è segno"

"Io penso che cosa meravigliosa è la vita anche nei suoi aspetti più terribili;
e la mia anima è piena di gratitudine e di amore verso Dio per questo."
Benedetta Bianchi Porro

"...se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto".

Accade, alle volte, di fare gli incontri più imprevisti in luoghi insoliti, luoghi di sofferenza in questo caso, una stanza di ospedale del reparto di cardiochirurgia: una signora accudisce il marito, da poco operato a cuore aperto. Il sorriso finalmente può riaffiorare, lieto per l'apprezzamento rinnovato del dono della vita, che anche in questa occasione è stato conservato.
Un sorriso che ora può anche esser regalato, insieme alla condivisione del ricordo più prezioso della propria vita: l'amicizia passata e - tuttavia - ancora presente con Benedetta Bianchi Porro, perché la morte e la separazione non l'hanno interrotta.
Un'amicizia che le ha aperto gli occhi, e con essi ha allertato tutti gli altri sensi... e il cuore, ad accorgersi della bellezza della vita e delle persone che talvolta incontriamo: il profumo delle viole e dei ciclamini è inebriente ancora prima di scorgerle nel sottobosco -rivela, vantando una sicura competenza in materia.
È un invito a riflettere sulla vita, per poter dare un senso anche al sacrificio e alla sofferenza che la compongono.
La storia di Benedetta è esemplare: un chicco che, attraverso una lunga e dolorosa maturazione - morendo a sé stessa, si è affinato in oro! Vi invitiamo a scoprirla visitando approfonditamente il sito a lei dedicato e di cui qui riportiamo unicamente l'introduzione; all'interno ciascuno potrà forse indovinare qual è il nome dell'amica incontrata in ospedale.

Benedetta Bianchi Porro nasce nel 1936 a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì, e muore a Sirmione nel 1964, a ventisette anni, consumata da una terribile malattia.
E' una straordinaria figura di giovane santa del nostro tempo, intelligente e sensibile, innamorata della vita e umanamente tanto ricca da legare a sè schiere di amici. Benedetta lotta caparbiamente contro il proprio male cercando di realizzare il suo sogno: diventare medico e consacrarsi all'aiuto degli altri.
A diciassette anni si iscrive alla facoltà di Medicina a Milano, ma sarà costretta ad arrendersi dopo aver sostenuto l'ultimo esame del corso.
E' un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell'amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione sempre più intensa della vicinanza di Dio.
Infine, è proprio nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con serenità.
Benedetta è stata dichiarata venerabile nel 1994 e non sembra lontano il giorno in cui verrà proclamata beata.


 

Cara Maria Grazia,  spero tu stia bene, di salute, ma soprattutto di spirito [...].
Dal mio letto vi seguo tutti, io così inoperosa, e vi tengo vicino al cuore, sotto le coltri, mentre voi camminate col tempo. Ma come è vero che il cielo si riflette nelle anime infantili! ... Maria Grazia, cammina: difenditi dal male, dalle debolezze; non guardiamo i buoni con le mani in tasca, non domandiamoci il perché di tante cose. Se noi leggiamo soltanto, se noi ammiriamo soltanto, se ci fermiamo, allora noi siamo solo dei curiosi e non degli assetati di Dio. Ricordi l’episodio della tempesta sul lago? Quando gli Apostoli erano impauriti dalla furia ... “e comandò ai venti e ai mari e si fece una gran pace!”? Vorrei tanto poter essere utile anche a te, mia cara Maria Grazia, ma sono povera, così poveramente inoperosa e mi accade di trovarmi a volte a terra, sulla via, sotto il peso di una croce pesante. Allora, Lo chiamo con amore, ai Suoi piedi, e Lui dolcemente mi fa posare la testa sul Suo grembo. Capisci, Maria Grazia? Conosci tu la dolcezza di questi istanti? Scrivimi, o, meglio, vieni presto. Salutami l’Angela e non dimenticate questa frase: “Prendi la tua croce e seguimi”. Non cercare di spiegare il perché. Lascia il tuo criterio, accetta il mio.
(
Benedetta Bianchi Porro, Lettera a Maria Grazia, 16 ottobre 1963).

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