In occasione della Quaresima 2012 la diocesi invita a un gesto di solidarietà verso l’Africa a favore dell’ospedale di Chirundu in Zambia. La proposta viene rilanciata ogni martedì sera, quando si tiene in Duomo la Via Crucis dell’arcivescovo Angelo Scola, ricordando che il corrispettivo del digiuno quaresimale può essere versato a favore delle campagna “Positivi nell’anima”.
Il “Mtendere Mission Hospital” di Chirundu è l’unico ospedale aperto e amministrato dalla diocesi di Milano che oggi copre un bacino di utenza superiore alle 60 mila persone, si tratta di una popolazione che vive in zone di grande povertà. Ogni anno si rivolgono al presidio ospedaliero mille donne in gravidanza, di cui una su dieci è sieropositiva.
Per questo nel 2011, in occasione del 50° anniversario della fondazione della missione ambrosiana in Zambia, la diocesi di Milano, in collaborazione con l’Ong Celim, ha lanciato la campagna “Positivi nell’anima”. Lo scopo è far conoscere l’attività dell’ospedale africano, ma soprattutto quello di combattere la piaga dell’Hiv, raccogliendo fondi per garantire assistenza e terapie antiretrovirali alle mamme affette ed evitare la trasmissione del virus al loro bambino. I neonati vengono a loro volta assistiti all’Umoyo Clinic fino al compimento dei due anni. Attualmente sono 300 i bimbi in cura, di cui 145 nati nel 2011, ma solo 9 sono risultati affetti da Hiv perché figli di mamme che non si erano curate durante la gravidanza o avevano rifiutato il trattamento.
La storia del Mtendere Mission Hospital affonda le sue radici negli albori della missione diocesana in Zambia, fondata nel 1961 dall’allora Arcivescovo di Milano, il Card. Giambattista Montini (in seguito papa Paolo VI). I primi sacerdoti ambrosiani erano giunti in Zambia al seguito delle maestranze italiane impegnate nella costruzione della diga di Kariba sul fiume Zambesi. Terminata la diga, i sacerdoti sono rimasti per iniziare un’esperienza missionaria a servizio delle popolazioni locali e, vista la totale assenza di assistenza sanitaria, è stato creato un piccolo ambulatorio a Chirundu. Negli anni il piccolo ambulatorio è stato man mano ampliato fino a diventare un ospedale che è stato inaugurato ufficialmente il 22 luglio 1970. L’ospedale è amministrato dalla Diocesi di Milano in collaborazione con la congregazione delle Suore di Maria Bambina.
Il Mtendere Mission Hospital ha un bacino d’utenza di circa 18.000 persone, residenti negli otto maggiori villaggi dell’area.
Tuttavia, a causa dell’inadeguatezza delle strutture sanitarie limitrofe, è di fatto l’ospedale di riferimento dell’intero distretto di Siavonga e dei distretti confinanti. Questo comporta che il bacino di utenza dell’ospedale arrivi a più di 60.000 persone. L’ospedale si trova in una zona rurale ed è, quindi, inserito in un contesto di grande povertà caratterizzato da infrastrutture inadeguate e decadenti, malnutrizione, malattie e disoccupazione. Questa situazione è aggravata dalle avverse condizioni climatiche caratterizzate da una lunga stagione di caldo secco e dalla siccità.
L’Ospedale conta su uno staff di 146 persone che ne assicurano l’operatività sotto la supervisione della Comitato Arcivescovile per l’Ospedale di Chirundu dell’Arcidiocesi di Milano. Comprende i reparti di Medicina, Pediatria, Chirurgia, Ostetricia/Ginecologia e vari servizi: Ambulatorio generale, Ambulatorio dentistico, Ambulatorio oculistico, Clinica di prevenzione del cancro del collo dell’utero, Igiene e Sanità Pubblica, Dipartimento Materno-Infantile, Dipartimento HIV, Laboratorio, Centro trasfusionale, Radiologia, Ecografia, Endoscopia, Farmacia, Manutenzione, Cucina, Lavanderia, Sala mortuaria. Il Dipartimento di Sanità Pubblica svolge attività di prevenzione, vaccinazione, educazione sanitaria per le più frequenti malattie infettive e supervisione dell’approvvigionamento di acqua potabile e sistemi di fognatura nei villaggi.
L’ospedale di Chirundu, con 5.080 ricoveri all’anno (durata media del ricovero circa 6 giorni), 553 operazioni chirurgiche, 48.741 casi consultati presso il poliambulatorio, 3.235 vaccinazioni complete a bambini, svolge una funzione di riferimento fondamentale in un paese dove i tagli alla spesa sanitaria sono talmente consistenti da non consentire neppure la minima assistenza a gran parte di una popolazione, la cui aspettativa di vita non supera i 40 anni e dove malaria, tubercolosi e AIDS interessano una numero sempre maggiore di persone.
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