Oggi, giorno dell'assassinio di monsignor Oscar Romero (24 marzo 1980), si celebra la XX Giornata di Preghiera e Digiuno per i Missionari Martiri.
«Missio Giovani, che organizza ogni anno la Giornata di preghiera e digiuno a ricordo dei missionari e delle missionarie martiri, ripropone il tema del testimone, forte del fatto che i due termini – testimone e martire – sono la traduzione uno dell’altro».
Così riferisce Don Gianni Cesena, direttore di Missio, organismo pastorale della Cei.
E ancora:
«Amando fino alla fine non vuole essere un lieto fine forzato che cancella la durezza della violenza o la tragedia di una vita spezzata drammaticamente, ma semplicemente dipinge gli ultimi istanti di coloro che, sull’esempio del Maestro, donano la vita, perdonando i loro carnefici.
Ecco perché ogni martirio, dai tempi di Stefano in poi, va riletto sulla filigrana del martirio di Gesù, testimone e rivelatore di un Dio Padre che ama e perdona. Gesù ci svela il dolore del Padre, che non è un vago sentimento di dispiacere per il peccato dei figli o di compassione per le loro sofferenze, ma è il suo modo di essere misericordioso e fedele. Sulla Croce Gesù riafferma che il disegno del Padre è l’unità della famiglia umana, che sperimenta la condivisione e vive la riconciliazione come unico gesto capace di generare pace e giustizia e di radunare attorno a sé tutti i popoli. Ecco perché i missionari vengono perseguitati e uccisi, perché portatori di un Vangelo che continua, oggi e da sempre, a capovolgere le logiche umane fondate sull’egoismo e sull’ingiustizia.
Approfittiamo di questo tempo per rivedere la nostra testimonianza alla luce dell’esempio che i martiri ci donano, siano essi noti o conosciuti, connazionali o “locali”. Rivediamo i loro volti, riascoltiamo le loro parole, rileggiamo i loro scritti: il dono della vita è il sigillo della loro testimonianza e rivelazione del Dio che ama.»
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