sabato 21 gennaio 2012

Siano un solo ovile sotto un solo pastore


In concomitanza con l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, riportiamo due scritti di Mamma Carmela, di cui il primo ripropone la continua necessità di compiere passi in avanti nel dialogo tra i credenti e di opporsi, con la preghiera e l’impegno caritativo, alle forze contrarie che tendono insistentemente a far diffondere le divisioni nella Chiesa; il secondo tratta invece il tema dei Sacramenti e del purgatorio, sui quali i protestanti e gli ortodossi hanno una visione differente dai cattolici, così come anche sul culto dei Santi e della Madonna.

18 gennaio 1977
Figli miei, figli della Chiesa, venite accanto a me! Sono la Madre della Chiesa, e la mia e la vostra opera devono essere concordi.
Il Pontefice invita tutti i credenti a formare come un coro universale, che chieda all’umanità che tutte le menti siano unite nella ricerca della verità e tutti i cuori siano uniti nella carità. Anzi, sarà proprio questo amore che farà breccia nelle menti, perché si accetti la luce che viene dall’alto e si formi quell’unità che Gesù si augurava alla vigilia della sua passione e morte: “Siano un solo ovile sotto un solo pastore”.
È vero che, fin dall’inizio della Chiesa, si delinearono certe divisioni dovute alla distanza e all’ambientazione dei diversi gruppi cristiani, ma la fiamma della carità li univa e la parola di Dio, che arrivava a tutti per mezzo delle lettere apostoliche, serviva a mantenere unità di mente e di cuori. Le eresie e gli scismi, che, per motivi diversi e soprattutto per la superbia degli uomini, si vennero formando in ogni parte del mondo, devono sollecitare l’aiuto della preghiera, che deve diventare un vero atto di bontà verso tutti.
Non potete infatti fare distinzione e, se c’è il dovere di amare i fratelli, occorre dare la precedenza a coloro che, senza propria colpa, sono nati in paesi dove non viene comunicata la verità. Amare non significa però accettare l’errore, anche se il dialogo diventa una cosa necessaria.
L’umiltà della mente e la disposizione sincera di accettare la verità, saranno le caratteristiche speciali che otterranno conversioni e mutamenti. Capita molte volte che persone appartenenti a sette protestanti o a gruppi e comunità di seguaci del Cristo, abbiano un comportamento esemplare, mentre molti cattolici non riescono a comprendersi e a compatirsi per poter collaborare per il trionfo del Regno di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Ecco perché insisto sul pensiero dell’unità! Certamente è il primo passo da fare. Che gli ortodossi, i protestanti, gli eretici, vengano al cattolicesimo, è cosa desiderabile, ma che cosa potrebbero dire di tante famiglie e parrocchie cattoliche dove non esiste né pace, né concordia, né armonia, perché non c’è disciplina, ubbidienza e rispetto vicendevole?
L’impegno caritativo, fatto di preghiera, sia tradotto in pratica in uno studio profondo, che porti a capire i caratteri e le esigenze di coloro che vi sono vicini, perché si formi un’unità.
L’Eucarestia è simbolo d’unione. Sono tanti grani di frumento, sono tanti acini d’uva, che formano lo stesso pane e lo stesso vino. Così devono essere i cattolici, che l’amore di Dio chiama alla vera Chiesa.
Quel “Padre nostro” che viene recitato non solo dai cattolici, ma anche dai cristiani che hanno ricevuto il Vangelo, anche se non è interpretato giustamente da molti, è un segno di fratellanza che deve far invocare il Padre celeste come padre di tutti gli uomini. Così, quella fede che Gesù ha perfezionato e che ha insegnato con l’esempio, la parola e le opere, deve richiamare gli ebrei ad avvicinarsi alla Chiesa e ad accettare la verità.
Quando nel cielo si parteciperà al trionfo finale delle anime in Gesù redentore, i battezzati, i credenti, i suoi seguaci, saranno il suo trofeo di gloria, se, avendo accolto la fede, l’avranno saputa manifestare dando una testimonianza vera di essa.
La fede è il baluardo, la carità la forza per la quale si sfondano le barricate e si diventa padroni dei cuori. È la carità di Cristo che spinge gli apostoli nei luoghi più lontani e più remoti a portare la parola del Vangelo, la buona Novella. Purtroppo, là dove entra il Signore, il demonio va seminando la zizzania. Ma quante persone in buona fede seguono la religione dei padri loro con perfezione!
Pregate per tutti ed amate tutti. La volontà di Dio si compie in modo particolare richiamando quei cattolici che hanno dimenticato o rinnegato la loro fede, oppure hanno apostatato trovando più comoda una religione fatta su misura, che non condanna il peccato e che fa sperare in una reincarnazione.
È più facile rimandare a domani ciò che si dovrebbe fare oggi. Il domani, però, non esiste per le anime, sulla terra. Non si rinasce in un corpo umano per poter perfezionarsi. È giusto perciò che, tenendo fede alle promesse e alle richieste del Signore, si viva bene in questa vita. Intanto che si ha tempo, occorre fare il bene.
Il ritorno alla fede di tanti figli, che l’hanno abolita dalla loro mente, sia il primo scopo di quest’ottavario di preghiera a cui la Chiesa ha dato inizio oggi. Anche il vostro gruppo viva questa bella unità, facendo delle sofferenze e delle necessità di alcuni la preoccupazione di tutti! I gruppi di preghiera, nell’intenzione di padre Pio, dovevano essere un richiamo alla carità fraterna nell’unità.
Figli diletti, vi benedico tutti. Portatemi nelle vostre case come mezzo per unire e usate tanta pazienza con i lontani.

SIATE SANTI
31 ottobre 1976
Figli diletti sia pace a voi! Sono la Mamma vostra, sono santa Maria, e godo di dirvi quanto è grande la vostra vocazione di cristiani. Voi siete chiamati ad essere santi, come santo fu Gesù e come fui santa io.
I primi cristiani, consapevoli di questa vocazione, si chiamavano comunemente “santi” e si edificavano vicendevolmente con l’esempio e la parola.
Voi pensate ai santi che popolano il paradiso, ma non si arriva ad occupare le sfere celesti se non si vive santamente sulla terra, oppure se non si va in purgatorio ad acquistare quella perfezione che non si è raggiunta.
Ma perché Dio esige questa santità tanto difficile da conquistare? Dio è il tre volte santo, e Gesù, facendosi uomo, praticò la santità in un grado sommo. Egli fondò la Chiesa perché accogliesse come Madre, sotto le sue ali, tutti coloro che avrebbero desiderato diventare santi come il suo Fondatore.
Chiamò tutti gli uomini ad entrare in questa meravigliosa barca e diede a coloro che avrebbero corrisposto alla chiamata, i mezzi per santificarsi. Diede i Sacramenti, che sono mezzi per produrre la grazia e la santità. Sette canali meravigliosi sono i Sacramenti, che irrorano di acqua salutare le anime che ne usano bene.
Tutti i cristiani dovrebbero aspirare alla santità come il fine principale della loro esistenza. Nella santità si comprende un cumulo di beni esteriori ed interiori, per cui, chi possiede la santità, santifica coloro che gli vivono vicino, e coloro che aspettano di essere purificati, ritraggono dai doni spirituali che le anime possiedono, quel conforto e quell’aiuto che fa accettare con amore le pene e i dolori.
Ma la santità è anche un meraviglioso incontro della terra col cielo, per cui le preghiere e le invocazioni salgono gradite al Padre e sono prontamente esaudite, perché rafforzate da coloro che sono già giunti alla celeste Gerusalemme.
L’invito ad essere santi vi viene da coloro che, facendo nella propria vita la volontà di Dio, divennero eroi della fede e della carità, tenendo fissi i loro pensieri al cielo. Vi viene quest’invito anche da coloro che, forse dopo una vita fredda e indifferente per le cose di Dio, per un tocco speciale della grazia ritrovarono il Signore nel dolore delle proprie colpe e in una santa morte.
Ma vi viene ancora un invito da tutti gli uomini della terra, che non vogliono accettare dei cristiani mediocri o ingiusti ed orgogliosi, ma vogliono poter scoprire in essi quelle virtù che sono chiamati a praticare.
Io vi chiamo quindi i santi del mio Gesù, i miei santi, perché so che non mi deluderete. Nella pratica dei Sacramenti andrete perfezionandovi, e nella riflessione e nella meditazione della divina Parola, potrete confrontare ogni vostro atto con quelli compiuti da Gesù e da me.
Figli, non vi spaventi la vostra debolezza. Teme forse il bambino quando è nelle braccia della mamma sua? Vorrei proprio che vi rendeste conto che il Signore non chiede nulla alle anime, che esse non possano raggiungere.
Quel grado di santità che il Signore ha stabilito per voi, non è un mistero per me e non lo deve essere nemmeno per voi, perché voi dovete desiderare di essere in una continua ascesa, e per salire trovate gli aiuti necessari.
In ogni stato è possibile diventare santi, perché ogni stato è una particolare missione affidata a una creatura, che in quella missione deve testimoniare il Maestro e vivere la sua vita. Il mondo si converte non con le parole, ma con la santità.
Molti si lamentano dei tanti mali che sovrastano l’umanità, eppure i santi sono come i parafulmini che salvano le famiglie, le comunità e la società intera.
Una suora santa è come un centro di attrazione. Anche se l’invidia potrà suscitare delle critiche, delle calunnie o del malumore, la santità costruisce il tempio di Dio, e il suo profumo di incenso si propaga e muove gli animi alla preghiera.
Una mamma santa, presto o tardi non importa, riuscirà a far convergere i cuori dei propri familiari verso i veri valori, verso Dio, e formerà un’unità con loro.
Provate ad andare in una corsia di ospedale, dove degli infermieri ribelli prestano il loro servizio. Troverete malumore e cattiverie, difficilmente la bontà si farà strada per sollevare i malati. Un infermiere santo può essere deriso e criticato, ma chi soffre lo chiamerà e lo vedrà come un raggio di sole.
Non vi sto a parlare di sacerdoti santi. Ne basterebbe uno per ogni parrocchia a creare quel clima di fede e di carità che il Signore desidera. Quanto bene, quante conversioni, quante anime assetate di verità trovano nel sacerdote santo il Padre e Gesù!
Quando entrate in un’aula scolastica, e volete rendervi conto dello stato di grazia dei figli, guardate la loro insegnante. La sua santità si riflette nei cuori, e la serenità e la pace fanno sentire il Signore.
Potrei scorrervi ogni categoria di persone. Mi accontento di dire a voi: siate santi, se volete rendere a Dio la maggior gloria. Siate santi, se volete un giorno possederlo e se volete avere con voi in paradiso i vostri cari.
Arrivederci, figli! Santa Maria vi ha indicato la strada, a voi il seguirla.

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