lunedì 9 maggio 2011

Il Volto di Gesù Misericordioso


Da pochi giorni è trascorsa la Festa della Divina Misericordia.
Per anni, qui in Italia, l'immagine di Gesù Misericordioso è stata conosciuta attraverso il suo Volto, la cui diffusione è avvenuta mediante un'opera fervente di apostolato, avente per epicentro la città di Milano.

Ricorre oggi l'anniversario della nascita di Carmelina Negri Carabelli, nota più comunemente come Mamma Carmela, per la dedizione - che si poteva definire quasi "materna" - con cui svolgeva quotidianamente la sua missione di accoglienza e condivisione delle sofferenze della moltitudine di persone che si rivolgevano a lei per ottenere conforto nei propri malanni e preoccupazioni.
Rispondendo alla chiamata universale alla santità, secondo i pronunciamenti del Concilio Vaticano II, seppe ottenere nel corso della vita - mediante il fiducioso abbandono nella Misericordia Divina, al ricorso costante alla preghiera e al suo insegnamento, oltre che alla pratica delle opere di carità - trasformazioni strepitose dei cuori e delle anime, coronate da conversioni e rinnovate capacità di sopportazione e offerta delle sofferenze.
L'effige di Gesù Misericordioso divenne strumento del suo apostolato, in particolare per ottenere i doni di unità e salvezza delle famiglie.
Come suor Faustina, ha trasmesso innumerevoli insegnamenti mediante gli scritti che Gesù e la Madonna le ispirarono nel corso di più di dieci anni e che, ancora oggi, vengono diffusi nel mondo tradotti in varie lingue.

9.5.1910 - 25.11.1978


LA MIA EFFIGE COME RICHIAMO
30 luglio 1971 (a Ubiale)
Figli miei, la pace sia con voi. Sono il vostro Gesù di misericordia.
Sono qui con voi e vi ringrazio che abbiate messo in onore la mia effige. Desidero che rimanga in questa cappella come richiamo, a tutti coloro che qui vengono e verranno a pregare, a credere al mio Amore misericordioso e infinito.
Io desidero che si onori la mia Mamma che, come Corredentrice del genere umano, è l’ancora di salvezza delle anime.
Il mondo cammina male, figli, e i castighi si andranno sempre più ripetendo ed aumentando, come e nella misura in cui continua il peccato. Voi dovete pensare senza timore ai diversi castighi che sovrastano il mondo, ma vederli come un richiamo amoroso ad una perfetta conversione.
Da parte vostra ascoltate ancora una volta l’invito che la mia dolcissima Mamma va facendo al mondo: “Preghiera e penitenza!”.
Sappiate fare della preghiera il respiro della vostra anima e sappiate accettare la sofferenza di qualunque specie sia. Accettate tutte le contrarietà di cui è seminata la vostra vita, con spirito di fede e di riparazione, e per implorare la misericordia al mondo e pietà per tutti gli uomini.
Vi benedico, figli, e v’invito a far entrare la mia Immagine in tutte le case, se vi è possibile. Ne vedrete i risultati nelle conversioni più strepitose e nelle grazie, anche materiali, di cui farò dono alle famiglie. Arrivederci, figli miei, e pregate, pregate senza interruzione!


CONDIZIONI PER SEGUIRE GESÙ
30 settembre 1971
Figli miei, sono con voi. Sono Gesù di misericordia. Sono lo stesso Gesù che, dopo aver chiamato gli apostoli, scelsi altri volenterosi, che chiamavamo discepoli. Ne scelsi settantadue e li mandai a due a due nei villaggi e nei paesi a portare l’annuncio della mia venuta, e dissi loro che dovevano andare dovunque con una sola tunica, senza sacco e senza bisaccia.
Ancora, io chiamo continuamente anime volenterose che mi vogliono preparare la strada.
Molte volte capita che le persone fervorose intraprendano delle opere di apostolato, ma poi viene meno il loro primo fervore e per qualsiasi contrarietà, che può venire dal di dentro di loro stesse o dall’esterno, si lasciano andare, si avviliscono e cedono le armi, oppure si voltano indietro, come non dovrebbe fare colui che sta guidando l’aratro.
Allorquando la tentazione di star comodi o di ritornare sui vostri passi vi assale, guardate il Crocifisso, chiamate la mia Mamma, ridestatevi, poiché non chi avrà cominciato sarà vittorioso, ma solo colui che arriverà al traguardo.
Vi sono delle condizioni per poter seguirmi e per fare del bene.
La prima condizione è questa: essere disinteressati, non essere attaccati a nulla, nemmeno al proprio modo di vedere le cose. Questo distacco ve l’ho raffigurato dicendo ai discepoli di andare senza sacco e senza bisaccia. Se nel fare il bene si cerca anche la propria soddisfazione, si riceve la mercede per metà e viene meno quella retta intenzione che vi fa cercare unicamente la gloria di Dio e gli interessi del Padre.
Un’altra condizione rende proficuo il bene che fate. Ai discepoli io dissi: Andate e accettate ciò che vi si dona. Accettate di mangiare nella casa dove vi si accoglie.
Ecco, figli, il significato di queste parole. Quando volete fare del bene, chiedete la collaborazione degli altri e accettate l’opera di chi si offre per aiutarvi. Non pensate che altri non potrebbero o non saprebbero fare. Date fiducia, ringraziate chi si presta, e dite a tutti la necessità che avete di essere aiutati e il bene maggiore che assieme potete fare.
Capita molte volte che persone che potrebbero fare molto restano inoperose, come gli operai che sulla piazza attendevano che il padrone li venisse a chiamare. Forse basterebbe un sorriso, un invito, una gentilezza, e vedreste in esse ravvivata la fede. Vedreste queste anime che si sono addormentate, ridestarsi piene di entusiasmo.
Voi dovete preparare la via del Signore che viene. Poi Egli opera le trasformazioni, ma intanto si serve di voi. Tutto potete far convergere a questo scopo per richiamare i lontani, per risvegliare i dormienti, perché accolgano il Re.
Non vi devono spaventare le difficoltà. Ci sarà anche chi decisamente vi rifiuta. Di questo vi ho avvisato nel Vangelo, poiché i discepoli non sono di più del Maestro e, se hanno cacciato me, potranno cacciare anche voi.
Una cosa resta e non cambierà mai: che tutto ciò che voi fate per riportarmi nei cuori, nelle famiglie e nella società. Avrà la sua risonanza e la sua ricompensa nei cieli. Se di un bicchier d’acqua dato nel mio nome io vi darò la ricompensa, figuratevi quale sarà la mercede riservata a coloro che hanno fatto della loro vita un’offerta perché venisse presto il regno di Dio.
Tu, mamma, che piangi e vorresti che i tuoi figli capissero l’ansia del tuo cuore e mi amassero, non dubitare: io ti lascio sulla breccia, ma le anime le lavoro io. Lascia fare e continua nella tua offerta di amore e di dolore.
E tu, figlio, che, avendo visto e capito quanto è bello servire il Signore e lavorare per Lui, vorresti richiamare al mio cuore i tuoi familiari e i tuoi coetanei, sta tranquillo. Tu non dovrai scuotere la polvere dai tuoi calzari per chiamare Dio ad intervenire; basterà che tu vada seminando l’amore e a tutto il resto penserò io.
Se ogni mio discepolo sapesse vincere se stesso, togliere i propri difetti e andare incontro al proprio simile, un mondo nuovo si creerebbe, un’era nuova: quella in cui il vostro Dio, amato e benedetto, diriga le vostre anime, le vostre famiglie e le nazioni tutte.
Figli, vi benedico e vi dono l’abbondanza del mio amore e delle mie grazie.

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