venerdì 13 maggio 2011

Una scuola per lo slum

Fino a quando c’è una persona che muore di fame
e io non divento pane per lei,
fino a quando c’è un uomo incarcerato
e io non spezzo le sue catene,
fino a quando ho un fratello che è solo
e non mi accorgo di lui,
Cristo non è ancora nato per me.
(Ghandi)
A settembre quando erano avvenute le uccisioni di numerosi cristiani nel Kashmir indiano, il Vaticano aveva constatato che: "a violenza è seguita violenza, contro ogni ragionevolezza, perché contro la vita di persone innocenti, creature di quel Dio che si vorrebbe onorare e servire"
Quest'anno i soldi raccolti al termine della Veglia per i Martiri Missionari sono stati destinati a un progetto in Sri Lanka per la costruzione di una scuola, anche perché possa germinare una nuova speranza di pace, che si trasmetta mediante l'insegnamento dei valori universali di fratellanza, carità e misericordia.

Non disponiamo notizie dirette della situazione in Sri Lanka, ma, attraverso le suore Missionarie dell'Immacolata del Vimala Dermatological Centre, possiamo proporre un paio di  testimonianze legate alla vita degli slum, le baraccopoli alla periferia delle megalopoli del sub-continente indiano, che ci mettono la speranza della Provvidenza nel cuore.


La prima riguarda Bismillah: orfano di madre, abbandonato dal padre, era stato trovato durante le ispezioni negli slum e portato al Vimala, positivo alla lebbra. Qui è stato curato e ha potuto studiare; ragazzo esemplare, sia per educazione, che negli studi, si è laureato in Economia e Commercio.
Ora è il vanto delle suore che lo hanno cresciuto, perché la soddisfazione di vederlo laureato e impiegato alla Tecnimont le inorgoglisce moltissimo.
Il padre è tornato dopo molto tempo, perché gravemente malato di tubercolosi; adesso Bismillah è sposato con una brava e bella ragazza e vive tenendo con sé il suo papà, che lo aveva abbandonato sulla strada.



L'altra è la storia di Vinaya.
Vinaya è una bambina di 4 anni, ma che ne dimostra 2 e che viveva in una catapecchia sulla spiaggia con la mamma (vedova e un po' ritardata mentale), un fratellino (che meno male era in un convitto) e la nonna. Da oltre un anno veniva aiutata e quando lo staff si recava nella baracca a portare gli aiuti, la mamma diceva sempre che andava tutto bene, perché non voleva che le venisse tolta la bambina.
Mamma Nanda, circa due mesi fa, è stata ricoverata al Vimala e, naturalmente, come in tutti questi casi, ha portato con sé la sua bambina. Ammalata di tubercolosi e affetta da una grave forma di asma, dovuta al fatto che faceva le pulizie in alcuni locali in cui viene essiccato il pesce, è stata curata e ora sta bene. Alle suore è bastato un giorno per capire che anche Vinaya, colpita dalla tubercolosi trasmessale dalla mamma, emetteva solo suoni gutturali e non rispondeva alle chiamate. Inoltre zoppicava in maniera evidente e aveva una deformazione alla mano destra. Dopo ripetute domande, la mamma e la nonna hanno detto che era rimasta così in seguito a una febbre alta. Si è pensato subito alla poliomelite. Dopo accurate visite ortopediche e pediatriche è stato accertato che la bimba, oltre ad essere sordomuta, era in un grave stato di denutrizione e le ossa non si erano sviluppate. Naturalmente al Vimala la bimba si sta rimettendo e in poco tempo ha recuperato peso e allegria. La mamma è stata dimessa e la piccola Vinaya è rimasta con noi per i trattamenti e le cure necessarie. Il suo fisico deve recuperare ancora molto e si sta cercando di abituarla a socializzare, pensando così di poterla inserire in un buon collegio per sordomuti, a pagamento, con il quale le suore sono in contatto. La speranza è che Vinaya possa imparare a leggere e scrivere, possa dimenticare il suo breve triste passato e, perché no, possa un domani trovare un lavoro, perché è sveglia e intelligente.



Nessun commento:

Posta un commento