Si lavora e si fatica molto tra le montagne del Chiapas e lo si fa per tutti. Per il futuro di chi una casa non ce l'ha mai avuta ma soprattutto per assicurare ai bambini un avvenire migliore e lontano dalla strada nella quale sono nati e cresciuti fino al giorno in cui hanno incontrato Padre Renato.
Padre Renato Rondolini, sacerdote salesiano, è uno dei vanti della nostra Parrocchia e, anche quest'anno, con parte dei fondi raccolti durante le Messe in concomitanza alla vendita missionaria vogliamo ringraziarlo per la sua attività a Tuxtla in Chiapas, dove si occupa del recupero dei bambini di strada.
Per descrivere un poco la sua opera, ricorriamo alle parole di un giovane, Gino Rossi, che - anni fa - ha trascorso un lungo periodo a suo contatto.
Qui mi sento come a casa e vengo considerato uno della famiglia, al pari del Padre e al pari di tutti i ragazzi. Uguale a chi rappresenta Dio come a chi già è stato diverse volte in galera o ha rubato, o si droga/drogava ecc. Perché siamo tutti fratelli e questo non lo dico io, lo ha detto Gesù 2000 anni fa e su questi ideali di vita si va avanti alla grande, costruendo un mondo migliore e godendo della vita attimo dopo attimo, donando amore e ricevendo gioia e sorrisi. E un sorriso vale più di mille parole (anche questo non lo ho detto io, però non mi ricordo chi) e quando è un sorriso di un bambino vale di più, ancora di più se te lo regala uno di quei bambini che hanno sofferto molto, abituati alla violenza e senza aver mai avuto nulla nella vita. È bello far parte di questa famiglia che si basa su valori dei quali si sta ormai perdendo il significato nella maggior parte del mondo civilizzato. È altrettanto bello vivere con gente che si vuole bene al di là dell'aspetto, delle parole e delle differenze culturali, sociali e fisiche. Penso che una casa migliore di questa non mi poteva capitare perché non esiste, penso anche che le circostanze non nascono sole ma si creano dall'unione dei sentimenti e delle armonie di un gruppo. Sono onorato e felicissimo di vivere con Padre Renato Rondolini perché lui dedica la sua vita ai ragazzi, e condividere questi momenti con lui è fantastico.
Tuxtla Gutièrrez è la capitale del Chiapas. Girando per le sue vie ci si accorge che la povertà delle altre regioni del Messico non è nulla in confronto a quella che qui appare agli occhi.
La città tuttavia è simpatica, sono quasi tutti sorridenti…
I bambini della casa vengono proprio da questa realtà; alcuni di loro sono stati abbandonati dai genitori appena nati, altri portati qui da famiglie o madri che non hanno da mangiare neanche per loro e altri vengono portati dai genitori che non sanno dove tenerli, perché magari non hanno una casa.
Tra di loro spicca un elevato senso di responsabilità e anche se alti meno di un metro lavorano tutti, pulendo le camerate, facendo il bucato e provvedendo da soli a tutti i loro bisogni primari. Sono divisi in squadre e ogni squadra ha il proprio compito, così c'è chi lava, chi fa i piatti, chi il bucato collettivo e chi spazza il piazzale, e la casa è (quasi) sempre in ordine.
Qui si mangiano frijoles y tortillas (fagioli e tortillas di mais) tutti i giorni a colazione, pranzo e cena, in tutte le variazioni possibili: fritti, triturati, arrotolati nelle torillas, zuppa di tortillas fritte in succo di pomodoro e acqua, tacos (tipo kebab di soli fagioli e peperoncino) più quello che viene donato alla casa: alle volte c’è anche un po’ di pollo (oggi ne avevamo un pezzo grande come un dito cadauno) o dei dolci tipo ciambelle…
Ogni bambino, tornato da scuola, si fa il bucato "personale" da solo, perché quasi tutti qui hanno un solo cambio: 1 maglietta, 1 pantaloncino e una mutandina più quello che portano indosso.
Ci sono qui delle foto di padre Renato: rarissime perché lui odia essere fotografato come odia la notorietà e anche se la maggior parte dei salesiani maschi qui in Messico lo considera un mito, lui evita sempre di apparire in pubblico, se non quando è necessario come nelle messe o per benedire madonne (è molto gettonato!). È lui che con queste cose produce la maggior parte del finanziamento per la casa, che è completamente autogestita dai ragazzi più grandi per quanto riguarda l’organizzazione delle attività e la pulizia; anche loro lavoricchiano per portare soldi per mangiare e comprare quello che serve. I piccoli non troveranno mai lavoro fuori: qualcuno va a chiedere l'elemosina nei punti turistici (anche se è assolutamente vietato dal padre) o ai semafori, la metà va a scuola, l'altra metà non può perché non li fanno entrare in quanto vanno troppo sporchi o rubano ai compagni e agli insegnanti, o si drogano o si drogavano (e qui i pregiudizi e la discriminazione sono fortissimi). Alcuni sono vestiti benissimo e hanno soldi di dubbia provenienza, comunque in linea di massima tutto è ripartito equamente tra tutti, e siamo tutti nella stessa barca. Risultato: tutti i ragazzi che vivono per strada e che vengono cacciati via per la loro indisciplina dagli albergues trovano rifugio in una delle case di padre Renato. Tuttora sono una ventina di case in 6 posti differenti, ma il numero sale perché sono proprio i ragazzi che, aumentando di numero, ne costruiscono altre e il padre compra e acquisisce (o glieli regalano) terreni in mezzo alle montagne per mandarli a vivere li e "purificarli", tramite la vita di una volta, da quello che è l'inquinamento umano da metropoli moderna, che porta inevitabilmente alla vita da sbandato e di banda.
Stiamo bene tutti insieme in questa grande famiglia e mi sento parte di loro: ormai sono più che adattato a questa vita e ora capisco perfettamente il significato di parole come emarginazione, disperazione e fame, infatti non sono pochi quelli che vengono a chiedere qualcosa da mangiare a tutte le ore del giorno e della notte: gente di strada che non si nutre da giorni e non sa veramente come fare. Il padre li fa abbuffare e via, ognuno scompare nella stessa stradina di terra dalla quale è venuto, per tornare magari dopo una settimana, o un mese, o speriamo mai più.
Hola soy manuel estuve en la casa hogar la verdad estoy muy agradecido con usted porq me enseñó muchas cosas q me ayudaron en la vida
RispondiEliminagracias y muchas gracias solo dame un poco de paciencia para irlo a visitar y ayudarde en lo q más nesecita
RispondiEliminaA todas las personas de diferentes países, está es mi familia y nesecitamos sus poyos para ayudar más personas nesecitados,esmas el es buena persona tiene un enorme corazón de enseñar a sus muchachos q sean alguien en la vida y q no tomen malas decisiones,de mi parte me enseñó a trabajar para que pueda ganar dinero y me enseñó el respeto,y me enseñó también a compartir lo q tengo, nota muy importante; a nadie se le obliga q apoye, solo si te nace de tu corazón, adelante el Está con los brazos abiertos para resibirlos
RispondiEliminaHola soy Juan Crisóstomo. Por este medio le doy mis más sinceros agradecimientos al padre Renato, por haberme dado un hogar y estudios en los años 90 conviví un largo tiempo con otros compañeros en ese mismo lugar maravilloso, gracias a el aprendí a enfrentar y a vencer muchos obstáculos en la vida, Gracias padrecito espero volver a verlo muy pronto: Tu amigo el DOMO.
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