lunedì 2 gennaio 2012

Vivere sin d’ora un anticipo di vita eterna



Il Cardinale Scola, nel corso dell'Omelia celebrata ieri in Duomo in occasione della giornata mondiale della pace, ha ricordato i martiri missionari uccisi nel mondo durante lo scorso anno. Riportiamo di seguito il significativo passaggio.

Nella logica testimoniale propria dell’azione cristiana e, quindi, dell’azione di pace promossa dai cristiani, non possiamo dimenticare, in un’occasione come questa, il martirio (la parola greca per dire testimonianza) fino all’effusione del sangue di tanti nostri fratelli cristiani. Ben 26 sono stati quest’anno i missionari uccisi.
E la nostra preghiera abbraccia in questo momento tutti i cristiani che in varie parti del mondo hanno pagato e pagano con la propria vita per la fede. La testimonianza, anche quando non viene domandata nella sua forma più radicale, è il compito più urgente per ogni cristiano oggi. Ognuno di noi è chiamato a documentare con la sua vita che seguendo Cristo è più compiutamente uomo.
Pensiamo a Bhatti, il ministro pakistano ucciso mentre difendeva la libertà dei suoi fratelli cristiani, o al priore di Tibhirine: da dove è venuta loro quell’energia che li ha condotti fino al dono totale di sé? Dall’aver visto e toccato, nella fede, che questa prospettiva consente di vivere sin d’ora un’umanità potente, un anticipo di vita eterna.
Più che mai nell’attuale frangente storico di transizione rapida e segnato da non pochi traumi, i cristiani sono chiamati a passare da una fede per convenzione ad una fede per convinzione.

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