«A Yirol, in Sud Sudan, è emergenza malaria. Un'epidemia aggressiva si sta scatenando da mesi. I medici sono impegnati giorno e notte a affrontare questo dramma, che colpisce soprattutto i bambini»: referisce Enzo Pisani il direttore sanitario dell'ospedale.
«I bambini arrivano da tutte le parti, in tutte le ore del giorno e della notte, dei fagottini scaricati dalle moto, o portati dai genitori di corsa a piedi o in ambulanza. Il Pronto Soccorso diventa una specie di girone dell'Inferno, con tutti che chiedono aiuto e che cercano di avere priorità.
È difficile riuscire a avere a disposizione tutti i farmaci necessari. È difficile reggere tutto il carico con un solo infermiere, a volte due, e spesso allora ci si fa aiutare dal papà o dalla mamma, che riescono a imparare, in pochi minuti, come si ventila un bimbo. Eppure i letti restano occupati solo durante gli acquazzoni: subito dopo, il vissuto nomade porta questi splendidi pastori a stendere la stuoia per terra e a dormire fuori, sotto una zanzariera attaccata ai pali dei camminatoi dell’ospedale. Le stelle fanno da spettatrici di una tragedia che non si ripete in altri posti del Sud Sudan, solo perché di ospedali ce ne sono così pochi in giro, che la gente è costretta a consumare i propri drammi in casa, accettandoli come ineluttabili. Tanto non se ne accorge nessuno».
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