“Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome,
io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20)
io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20)
Come ogni anno ci si riunuisce per testimoniare la volontà comune a tutti i Cristiani di realizzare quell’unità dei credenti a cui si
è chiamati da Cristo, affinché il mondo possa credere al messaggio del Vangelo. Si prega
per l’unità che Cristo desidera per la sua Chiesa e per questo motivo tutti noi siamo chiamati a
demolire i muri di divisione fra di noi e dentro di noi.
Lo spunto di meditazione e preghiera di quest’anno è offerto dai cristiani dell’India nel segno dell’amorevole benevolenza che è propria della loro tradizione culturale.
Lo spunto di meditazione e preghiera di quest’anno è offerto dai cristiani dell’India nel segno dell’amorevole benevolenza che è propria della loro tradizione culturale.
I cristiani in
India dovrebbero ripudiare ogni divisione di classe, così come tutti i
cristiani nel mondo, non dovrebbero accettare le divisioni fra loro per la
ragione che “Cristo non può essere diviso!” (1 Cor 1, 13). E tuttavia circa
l’80-90% dei cristiani in India sono Dalits e pertanto subiscono
discriminazioni: al contrario di come qualche volta viene riportato, per la
maggior parte, si convertono alla fede cristiana senza esservi indotti.
Tale è anche la
vicenda umana di Sarah, vittima nel 2008 dell'incidente narrato di seguito, che
ebbe luogo nello Stato di Orissa, nell’India centrale, dove si scatenò una
grande violenza contro i cristiani: i luoghi di culto furono attaccati da
estremisti Hindu e le case dei cristiani distrutte.
Quando vennero a cercare Sarah Digal, lei non c’era. Era fuggita con cinque figli e la suocera a carico, verso la sicurezza della giungla, a un chilometro di distanza. Perciò essi diedero alle fiamme tutto quello che lei aveva lasciato: una immagine incorniciata di Gesù, una Bibbia, gli utensili nella cucina, alcuni vestiti, biancheria e delle stuoie. Quando Sarah tornò indietro, in punta di piedi, pensando di essere al sicuro, la casa era bruciata. Rimanevano solo tizzoni ardenti, cenere e fumo. I vicini vennero per piangere con lei. Sarah diede un’occhiata intorno, rimase in piedi dritta, si rincalzò sulla testa il suo sari con decisione. Cominciò a pregare: “Signore, perdona i nostri peccati. Gesù Tu sei l’unico. Salvaci dalla nostra disgrazia. Liberaci, Signore!”. Le parole fluivano tumultuosamente, i figli di Sarah lentamente si unirono a lei. Ella piangeva mentre chiedeva al Signore di essere liberata. Alcuni suoi vicini e altri astanti si unirono a lei. È un semplice legame di compassione umana e un forte memento che nulla può separare una donna dal suo Dio. “Io morirò. Ma non smetterò di essere cristiana!” disse Sarah in lacrime. Una fedele e coraggiosa donna Dalit cristiana!
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