sabato 20 ottobre 2012

Nello spirito della Fede


Pedro Calungsod (ca. 1654-1672), catechista e martire filippino, era stato beatificato da Giovanni Paolo II il 5 marzo del 2000; la sua Festa viene celebrata il 2 aprile, giorno della sua morte e di quella del Papa, che lo aveva proposto come esempio di coraggio, di fede e di impegno missionario, guidato dall’amore per Gesù. Anche lui verrà canonizzato da Benedetto XVI nel corso della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno.

Pedro, giovane originario della regione di Visayas, nelle Filippine, nacque intorno al 1654 a Ginatilan (o Na di Cebu). Si sa molto poco di lui. In tutti i documenti rimasti il suo nome si trova soltanto nella relazione sul martirio del beato Diego Luis de San Vitores della Compagnia di Gesù, Superiore della Missione delle Marianne, assieme al quale venne ucciso.

Era una delle strategie dei gesuiti, che evangelizzavano le Visayas (la regione centrale dell'Arcipelago delle Filippine, composta principalmente dalle isole Panay, Negros, Cebu, Bohol, Leyte e Samar), di formare i giovani affinché li aiutassero come catechisti nelle missioni. Conquistando i ragazzi, cercavano di conquistare «anche i loro genitori, fratelli, parenti e gli abitanti di quasi tutta la regione, che parteciparono alle lezioni di catechismo, alla confessione, alla comunione agli incontri spirituali».

Pedro offrì la sua vita per difendere il suo missionario, padre Diego, l'apostolo delle Marianne. Il diciassettenne sopportò tutte le ingiurie e le pene del martirio invece di fuggire e di difendersi con le armi, spinto dalla responsabilità di un vero cristiano che si ricorda delle parole del Signore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete i miei amici se fate ciò che vi comando». Pedro professò la sua fede fino alla morte più con l'esempio che con le parole.

Quando i compagni di missione di Pedro seppero della sua morte, esclamarono: «Giovane fortunato! Come sono ben ricompensati i suoi quattro anni di perseverante servizio a Dio nella difficile missione: egli è divenuto il precursore del nostro superiore, Padre Diego, in cielo!». Essi ricordavano Pedro come un ragazzo di ottime qualità, un catechista virtuoso, un assistente fedele e un buon cattolico che, con la sua perseveranza nella fede fino al martirio, dava prova di essere un buon soldato di Cristo, accettando la sua parte di sofferenze.

In quanto martire, il giovane Pedro non aveva bisogno di un miracolo per essere beatificato, anche se la postulazione aveva documentato l’inspiegabile guarigione per sua intercessione di una donna affetta da cancro alle ossa. Nel 2003, poi, nell’ospedale di Cebu City (nelle Filippine), una donna deceduta da due ore è tornata in vita dopo che su di lei era stata invocata l’intercessione del giovane martire. È stata questa risurrezione, ritenuta miracolosa dopo un attento esame medico, ad aprire le porte della canonizzazione che il Papa celebrerà in San Pietro il prossimo 21 ottobre. Il giovane missionario laico diventerà così il secondo santo delle Filippine; alla sua intercessione la Chiesa affida la nuova evangelizzazione, di cui egli fu precursore già 340 anni fa.

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