venerdì 19 ottobre 2012

Finché vivrò, v'insegnerò a pregare


La preghiera vi aiuterà a salvare le vostre anime

Jacques Berthieu, Gesuita francese, fu beatificato da Papa Paolo VI il 17 ottobre 1965, durante il Concilio Vaticano II. Sarà canonizzato - primo martire e santo del Madagascar - da Papa Benedetto XVI nel corso della Giornata Missionaria Mondiale di domenica prossima.

Nato a Polminhac (Cantal) nel 1838, Jacques Berthieu fu sacerdote al servizio della diocesi di Saint-Flour dal 1864 al 1873, anno in cui entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù. Due anni più tardi, fu inviato in Madagascar, dove si spese fino alla morte.

Iniziò il suo lavoro nell'isola di Santa Maria, tra stenti e fatiche di ogni genere. Sei mesi dopo il suo arrivo scrisse al fratello: "A mia grande confusione, non ho proprio nulla da dirti perché qui non ho ancora fatto nulla. Studiare il malgascio, catechizzare i bambini della scuola... ascoltare a volte qualche confessione, osservare un po' e acclimatarmi, ecco tutto il mio lavoro, fino a oggi. Con questo ho naturalmente di che occuparmi senza per nulla avere il tempo o tanto meno l'idea di annoiarmi. La mia inutilità e la mia miseria spirituale servono ad umiliarmi senza però scoraggiarmi, in attesa dell'ora in cui potrò fare qualche cosa, con la grazia di Dio".
Appena s'impratichì della lingua malgascia, il beato fu assorbito completamente dall'insegnamento del catechismo, le visite ai poveri e ai lebbrosi, i battesimi, la preparazione alle prime comunioni, la celebrazione e regolarizzazione dei matrimoni e l'assistenza agli indigeni addetti ad una coltivazione agricola razionale, dalla quale la missione traeva i mezzi necessari per sostenere la scuola dei bambini.

I suoi ventuno anni di apostolato furono intervallati da tre allontanamenti a causa delle leggi francesi contro la religione e le ripetute guerre coloniali; sempre però riprendeva con zelo la sua missione: "Sera e mattino insegno il catechismo, e il resto del tempo lo dedico a ricevere gente, oppure a visitare tutti quelli del vicariato, amici e nemici, per guadagnarli tutti a nostro Signore". I fedeli, trattando con lui, si accorgevano di avere a che fare con un religioso onesto e sincero. Un catechista malgascio affermò di lui: "Era buono con tutti come il sole di primavera". Ai cristiani ripeteva sovente: "Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima". Oppure: "Supponendo anche che voi foste divorati da un caimano, voi risuscitereste".

Le fatiche che il P. Berthieu dovette sostenere furono tante che cadde gravemente malato, e ci vollero parecchie settimane di cure prima che potesse ricuperare le forze. Nel ritornare alla residenza, confidò alla superiora delle Suore di San Giuseppe di Cluny: "Non so che cosa mi aspetta, ma qualunque cosa accada, sono pronto. Ho fatto i miei esercizi spirituali come fossero gli ultimi".

Nel corso di una rivolta a Ambiatibe nel 1896, fu catturato dai ribelli malgasci: fu colpito in fronte con una scure dagli insorti, tra cui parecchi divorziati a cui aveva rimproverato la condotta, i quali stessi, come ritorsione per la sua predicazione, lo percossero e insultarono; ma anche quando cadde esausto, Jacques Berthieu non smise mai di pregare per i suoi carnefici che chiamava "figli miei". Invitato più volte ad abbandonare la fede, sempre si rifiutò e fu perciò sottoposto a una morte crudele, dopodiché gettarono il suo cadavere nel fiume infestato dai caimani.

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