giovedì 17 maggio 2012

Quando il virus non ha l’ultima parola


Un medico italiano in Africa. Una ragazza segnata dalla violenza e dalla malattia. La speranza della fede e la promessa di un nuovo inizio. Può un’amicizia abbattere le barriere di una malattia come l’AIDS? L’incredibile storia del medico Alberto Reggiori raccontata in un libro.

Ogni anno nel mondo nascono 400.000 bambini già affetti da HIV: la trasmissione materno-fetale è la seconda principale causa di infezione e propagazione del virus. Attraverso il “Programma PMTCT”, in Uganda in dieci anni AVSI ha permesso a 197.343 mamme di accedere a cure prenatali e a 4.713 figli di madri sieropositive di nascere senza HIV.

È dunque possibile sconfiggere l’AIDS sul nascere? Si può sperare ancora in una generazione HIV-free? Cosa rende questo tipo di intervento sostenibile?

A queste domande cercano di dare risposta il Centro Culturale di Milano, in collaborazione con Fondazione AVSI e Medicina e Persona, che organizza un incontro sui 30 anni di lotta all' AIDS in Uganda, attraverso lo sguardo dei protagonisti.


In particolare la Fondazione AVSI illustrerà la sua campagna attraverso il mini-film “FREE: 10 anni di lotta all’AIDS in Uganda, 10 anni di bambini nati senza HIV” che rappresenta una reale storia di speranza, mentre Alberto Reggiori presenterà il libro La ragazza che guardava il cielo, storia di una grazia inattesa (ed Rizzoli), in cui viene dimostrato come un' amicizia può superare le barriere della malattia.

All'incontro, introdotto da Annarita Briganti (giornalista de La Repubblica), interverranno:
  • Marco Bregni, Presidente di Medicina e Persona
  • Alberto Piatti, Segretario Generale AVSI
  • Valentina Frigerio, Comunicazioni Blossom-AVSI
  • Alberto Reggiori, Medico Associazione Culturale Medicina e Persona
L'incontro è previsto a Milano, giovedì 17 maggio alle ore 21,00, presso la Sala Verri di via Zebedia, 2 [MM1 Duomo – MM3 Missori], con ingresso libero.

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