In verità in verità vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. (Gv 12,24-25)
Monsignor Luigi Padovese, frate cappuccino, vicario apostolico dell'Anatolia dal 2004, testimone della fede, impegnato nell'ecumenismo e nel dialogo con l'Islam, fu pugnalato a morte il 3 giugno 2010 - solennità del Corpus Domini - nel sud della Turchia. Era nato a Milano nel 1947; nel 1965 aveva fatto la sua prima professione nei frati cappuccini e nel giugno del 1973 era stato ordinato sacerdote.
e in un testo inedito prima della sua morte:Il nostro essere minoranza rende la nostra situazione molto simile a quella degli inizi del cristianesimo, quella in cui si è trovato Paolo nel suo annuncio. L’apostolo, nato in un ambiente di pluralismo religioso, ci insegna ad avere un atteggiamento di rispetto nei confronti degli “altri” e questo comportamento positivo sentiamo di doverlo applicare al mondo islamico. Nonostante tutto, il nostro atteggiamento è molto positivo anche nei riguardi dell’islam. Qui io trovo tanta gente di buona volontà, coscienziosa. E san Paolo mi ha davvero insegnato questa novità della coscienza come il luogo della profondità della persona di fronte a Dio.
Nell’imitazione fino al martirio il cristiano opera la sua piena fusione con Cristo. La ‘sequela’ conduce all’‘unione’. La vita cristiana intesa come risposta a Dio, trova il senso pieno nella confessione di Lui. La convinzione che i cristiani vivessero per Cristo e non per delle ‘dottrine’ che si richiamavano a Lui, era ben presente agli stessi persecutori i quali richiedevano dai martiri che avessero a rinnegare la loro fede maledicendo Cristo.
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