domenica 6 ottobre 2013

In ascolto dei cristiani sofferenti


In Siria, la guerra rischia di trasformarsi in un conflitto interreligioso in cui i cristiani sono vittime disarmate e indifese. Durante l’estate in Egitto, dopo la vittoria dell’esercito sui Fratelli musulmani, gli islamisti hanno dato alle fiamme per vendetta decine di chiese cristiane. In Libano non si ferma la fuga  dei cristiani verso i Paesi occidentali, nella speranza di trovare migliori prospettive di vita.

Sabato 12 ottobre, alle ore 21, al Centro Culturale Rosetum di Milano, parliamo della difficile situazione delle minoranze cristiane in Medio Oriente con tre testimoni d’eccezione:
Johannes Zakaria, vescovo copto-cattolico di Luxor, nell’Alto Egitto; fra Feras Lutfi, frate della Custodia di Terra Santa appena tornato dalla Siria; e Camille Eid, giornalista e scrittore maronita libanese, collabora con Avvenire. Modera la serata Giuseppe Caffulli, direttore della rivista Terra Santa. Introduce mons. Carlo Faccendini, vicario episcopale zona 1, Milano.

La serata è organizzata dall’ufficio diocesano per la pastorale missionaria dell’Arcidiocesi di Milano, dalla Zona pastorale Milano 1, dalle Commissioni missionarie dei decanati di Affori, Cagnola, Niguarda, Sempione, Quarto Oggiaro e Zara

I PROTAGONISTI:

Mons. Johannes Zakaria e da vent’anni vescovo della diocesi copto-cattolica di Luxor, nell’Alto Egitto. Una piccola diocesi (20 mila fedeli distribuiti su 21 parrocchie), in un territorio nel quale vive una forte maggioranza musulmana. Lo scorso 16 agosto, giorno della rabbiosa manifestazione dei musulmani contro i cristiani, mons. Zakaria è stato personalmente aggredito da manifestanti che hanno assaltato il vescovado al grido “morte ai cristiani”. Nella sua diocesi diversi cristiani sono stati uccisi e alcune case di cristiani sono state distrutte.

Fra Feras Lutfi, giovane frate della Custodia di Terra Santa,  è tornato pochi giorni fa dalla sua missione a fianco dei cristiani della valle dell’Oronte, in Siria, in una condizione di grande incertezza e paura. È stato lui stesso a trovare il corpo senza vita di fra Francois Mourad, nel villaggio cristiano di Ghassanieh, religioso ucciso da miliziani islamici, lo scorso 24 giugno, in una chiesa dissacrata dagli stessi assassini.

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