domenica 27 ottobre 2013

Il Signore cerca tutti


Durante la Veglia di sabato sera, alla viglia della celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, l’Arcivescovo ha consegnato il crocifisso, come segno dell'l'invio da parte della Comunità, a 23 tra fidei donum, sacerdoti, suore e laici. Impartendo loro la benedizione prima della partenza per la missione, Scola ha chiarito a tutti gli altri fedeli, quelli che restano, il senso del gesto dei partenti.
È impressionante, carissimi amici, la forza con cui Gesù si appropria delle parole del grande Profeta: è la potenza dello Spirito Santo, ci dice il Vangelo, che gli dà questa forza.

Riprendere alla lettera quei versetti: “Il Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato a annunciare ai poveri, a proclamare ai prigionieri”; e identificare l’inizio di questa nuova era, di ciò che verrà chiamato il Regno di Dio, secondo una visione non mondana del regno, un Regno di Figli di un Padre, un Regno di Uomini liberi. E appropriarsi di questo, dire: “Qui, questo comincia”; e dirlo a casa sua, dove tutti lo conoscevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”.

I nostri amici che partono, che hanno scelto con dedizione e libertà di rispondere al bisogno di tanti nostri fratelli che sono nella miseria, che sono esposti all’ombra della morte anche da piccolissimi, cos’è se non una partecipazione di questo stile di Gesù, che si gioca in prima persona, che gioca la sua faccia. E come noi accettiamo tutto questo? Anche noi ci lasciamo forse sorprendere dal rischio dei suoi compaesani, ma sappiamo chi è: “Non è mica il figlio di Giuseppe? Non l’abbiamo visto venir su con noi?”; avranno magari giocato con lui quando era piccolo.

Ecco il rischio, carissimi amici, che possiamo correre di fronte a questo splendido gesto, frutto bello delle nostre Chiese e della nostra Chiesa Ambrosiana: ridurre lo slancio missionario, che loro ci manifestano, ridurlo a una partecipazione, che non rimetta in moto il nostro slancio missionario, non guardare alla loro testimonianza come al fattore del mio cambiamento, del tuo cambiamento.

Come la bellissima lettura del libro degli Atti ci ha descritto. Bisognerebbe potersi fermare su ogni parola di quel libro e vedere il cambiamento nel cuore di Pietro, ispirato dall’Alto, ma che lo rende poi capace di compiere i passi conseguenti, accogliere chi lo invita a andare da Cornelio a Cesarea e a riproporre, con semplicità di cuore, il dono che lui gratuitamente aveva avuto: troppa era la sua gratitudine per la verità del Gesù vivo e presente, morto e risorto per lui, perché potesse tenerla per sé. E da lì, la forza di rompere anche con tradizioni secolari, pur di documentare non la sua forza, ma la forza di Gesù, dello Spirito di Gesù risorto.

“Medico cura te stesso! Fai anche qui i miracoli che hai fatto a Cafarnao, e poi ti veniamo dietro!” La risposta di Gesù è talmente bruciante, che rischiano già di eliminarlo.

Allora, in questa Veglia di accompagnamento e di cura per i nostri amici, accogliamo la testimonianza loro, di quelli che sono già andati e tornati in mezzo a noi, e facciamo nostro l’invito del Papa, quando ai giovani ha detto con grande forza: “Non abbiate paura di andare! di portare Cristo in ogni ambiente, vivendo in pienezza cristiana e in comunione profonda le dimensioni che abbiamo in comune con tutti gli uomini: gli affetti, il lavoro, il riposo, fragilità e morte, generazione, educazione, edificazione di ingiustizia.

E, chiedendo ogni giorno, con l’aiuto della Vergine Santissima, di saper comunicare con semplicità di cuore, per sovrabbondanza del cuore, ciò che vivere queste dimensioni comuni a tutti, secondo la sequela di Gesù, ci fa apparire ogni giorno più entusiasti della nostra umanità, nonostante i nostri limiti, difetti e peccati, perché noi non portiamo noi stessi: “Non a noi Signore! Non a noi, ma al Tuo Nome dà gloria!” fece Pietro, seguendo Gesù. Perché - insiste sempre il Papa – il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua Misericordia e del suo Amore.

Ma, se tu non lo comunichi questo calore di Misericordia e di Amore, come faranno a sentirlo?

E se tu non lo accogli questa sera questo abbraccio di Misericordia e di Amore, come farai a comunicarlo?

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