domenica 10 marzo 2013

Non esistono le mezze misure


Daniele Badiali aveva 35 anni, era prete «fidei donum» di Faenza e dal 1991 viveva in Perù, dove operano alcuni preti dell'Operazione Mato Grosso e oltre un centinaio di volontari, alcuni sposati. Fu sequestrato e assassinato il 18 marzo 1997 nella missione di S. Luis da un gruppo di banditi, a pochi anni di distanza dall'assassinio del giovane volontario Giulio Rocca. A marzo 2010 si è aperto il processo di beatificazione.

La mano di una persona cara, il Padre Ugo, mi ha condotto a cercare l’unico senso vero della vita: buttarsi all’avventura di Dio attraverso la carità.
Nel mio cuore è sempre presente questa ferita di chi soffre nel vedere questo mondo e la mia vita senza Dio. La prova di questo la vivo in me, la poca bontà, l’incapacità di dare gratuitamente senza tornaconto, li vedo attorno a me in questo mondo che col progresso cancella le tracce di Dio con una rapidità incredibile.
Eppure sento che adeguarmi a questo è avere perso la battaglia più seria che possa vivere: difendere Dio con la mia vita.
Guardo la vita di Gesù come ha difeso suo Padre dando una grande prova d’amore, la sua morte in croce... anche a me viene chiesta la stessa cosa.
L’essere diventato prete significa solo questo per me, e come io sono stato preso per mano e condotto da Ugo, così devo fare lo stesso coi ragazzi.
Questo cammino lo si trasmette per affetto e bene, e non per le parole ascoltate da qualcuno, per quanto bravo possa essere. Dovrai mettere assieme le due cose VERITÀ e BONTÀ. Il canale della verità è sempre la bontà, l’essersi sentiti voluti bene... qualcuno che si è preso a cuore la nostra vita.
L’OMG ha questo tesoro. Mi basta vedere i ragazzi che stanno studiando in seminario, sono lì perché hanno sentito la fiducia di qualcuno che gli ha detto «coraggio, non temere è questo il cammino che devi vivere».
Carissimo, come poterti dire la stessa cosa? «Coraggio... non temere, vai avanti con fiducia, ti sono vicino, ti dò la mia mano...».
Vivere con serietà questo cammino dipende solo da noi. Io sono chiamato a lavorare, io devo amare, io devo perdonare...
La morte è sempre pronta ad attenderci, devo essere pronto a lasciare tutto ora...
”.



Nel 1993 aveva scritto al suo vescovo:
Sento che il Vangelo va preso in blocco, non esistono le mezze misure, la carità va fatta sempre. Così capisco perché nel mondo ci sono tante ingiustizie, perché non c’è la carità! Gesù ha indicato chiaramente con la sua vita il cammino per ognuno di noi... se vogliamo essere perfetti come lui vuole. Mi sento tanto peccatore e con gran paura di non salvarmi, per questo desidero obbedire solo a Gesù.
Questa carità costa parecchio, a Giulio è costata la vita. Sarà preziosa agli occhi di Dio la sua vita? Io mi fermo qui, non riesco a rispondere, desidero soloche Giulio sia in Paradiso, che sia salvo.
Spero non legga tra queste righe imprudenza o slancio giovanile; non è così. Le parlo come un figlio che desidera tanto salvarsi e sa che l’unico cammino è quello di Gesù, quello che porta alla croce.” […]

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