In occasione della GiornataNazionale per la Vita, proponiamo il messaggio che vi ha dedicato Suor Elvira, fondatrice della Comunità Cenacolo.
La vita è il dono più grande! Ed i bambini sono il tesoro
che Dio Padre ci consegna, perché alla loro scuola ed al loro servizio possiamo
stupirci ed innamorarci sempre più del miracolo della vita.
Le cronache dei nostri tempi purtroppo si riempiono spesso del dolore di tanti bambini: maltrattati, sfruttati, prostituiti, abbandonati a chissà quale destino.
Il bambino non è più quel gioiello prezioso da custodire ed amare, “nu piezz’ ‘e core”, un pezzo di cuore come dicono a Napoli. Da dono più grande sembra essere diventato un peso di cui sbarazzarsi. L’egoismo dei grandi lo ha reso un “oggetto” sul quale sfogare i propri istinti, da usare per procurarsi denaro o da abbandonare come qualcosa di cui liberarsi in fretta. E tutto questo capita e ricapita sotto i nostri occhi con una costanza che ormai è quasi diventata indifferente normalità. Forse per un momento, ascoltando o leggendo, la coscienza si risveglia dal torpore nel quale il mondo l’ha relegata, ma poi troppo sovente tutto torna come prima.
Le cronache dei nostri tempi purtroppo si riempiono spesso del dolore di tanti bambini: maltrattati, sfruttati, prostituiti, abbandonati a chissà quale destino.
Il bambino non è più quel gioiello prezioso da custodire ed amare, “nu piezz’ ‘e core”, un pezzo di cuore come dicono a Napoli. Da dono più grande sembra essere diventato un peso di cui sbarazzarsi. L’egoismo dei grandi lo ha reso un “oggetto” sul quale sfogare i propri istinti, da usare per procurarsi denaro o da abbandonare come qualcosa di cui liberarsi in fretta. E tutto questo capita e ricapita sotto i nostri occhi con una costanza che ormai è quasi diventata indifferente normalità. Forse per un momento, ascoltando o leggendo, la coscienza si risveglia dal torpore nel quale il mondo l’ha relegata, ma poi troppo sovente tutto torna come prima.
Noi vogliamo invece continuare a dare voce a quell’urlo che
di fronte a tanta cattiveria umana sorge dentro di noi: ma perché tutto questo?
Perché l’uomo arriva a questi livelli di crudeltà e di egoismo? Un mondo che
non ama e che non rispetta i piccoli, che non difende la vita debole, è un
mondo di cadaveri, un mondo di disperati. Un mondo che rifiuta la vita, che
ferisce la dignità dei bambini, non si può neppure dire che sia un mondo.
Eppure
Dio ci chiama ad amare proprio questo mondo,
a essere portatori di speranza,
scintille di luce e di bontà per far risorgere quest’umanità.
a essere portatori di speranza,
scintille di luce e di bontà per far risorgere quest’umanità.
Oggi soffriamo di un cancro mortale che è l’incapacità di
amare. Chi non ama rimane nella morte, non vive, non soffre, non lotta, non
gioisce, non piange. Chi non ama è indifferente! Ma spesso chi non sa amare è
perché non ha conosciuto l’Amore, quello vero, quello di Dio, che ti prende
dentro, che ti rivolta la vita, che ti fa “scoppiare” dalla voglia di amare.
Sì, l’Amore genera amore e oggi c’è un immenso bisogno di
persone capaci di partorire speranza.
C’è bisogno di donne e di uomini di fede, una fede
coraggiosa, forte, concreta, una fede che è dialogo, conoscenza, passione per
quel Dio che è Amore, una fede che cambia il cuore, i pensieri, i progetti e le
scelte della vita e ci rende capaci di difendere e di amare tutti, soprattutto
i piccoli.
C’è bisogno di famiglie nuove. Se rinasce la famiglia, se i
genitori si convertono, i figli si salveranno.
È la sfida alla quale il Signore ci chiama e dalla quale
dipende il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Chi vogliamo seguire? Chi è il nostro maestro? Cosa vuole da noi? Alla risposta che daremo a queste domande è “appesa” la gioia o la tristezza della nostra società, delle nostre famiglie, di chi ci sta vicino, dei nostri bambini,
la primavera o l’inverno del nostro cuore.
Chi vogliamo seguire? Chi è il nostro maestro? Cosa vuole da noi? Alla risposta che daremo a queste domande è “appesa” la gioia o la tristezza della nostra società, delle nostre famiglie, di chi ci sta vicino, dei nostri bambini,
la primavera o l’inverno del nostro cuore.
L’esperienza che facciamo ogni giorno con i giovani che
entrano nelle nostre case persi e “morti”, con le famiglie distrutte dal dolore
e dalla disperazione, con i bambini delle nostre missioni nei quali la strada e
la violenza hanno lasciato cicatrici aperte e sanguinanti, è quella della
risurrezione, della speranza che torna a riprendere colore e ridà luce a quegli
occhi spenti. Per questo crediamo che anche nel buio più nero è possibile
ritrovare la luce, che nella tristezza più cupa può riaccendersi la gioia, che nella solitudine
più amara può avvicinarsi un amico.
Sì, vogliamo essere testimoni di questa speranza per
annunciare al mondo che il segreto per rinascere è aprire il cuore a quel Padre
meraviglioso che attende ciascuno di noi come il figlio più prezioso.
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