sabato 9 febbraio 2013

Catechisti senza paura


Davide Okelo e Gildo Irwa furono trafitti e uccisi con una lancia in Uganda, in un villaggio presso la missione di Kalongi, dove si erano recati come catechisti per trasmettere il Vangelo, pur non essendo quella una zona appartenente al loro clan di origine e in un’epoca di lotte tribali, di interessi coloniali e di schiavitù domestica fiorente: rappresentano perciò un segno della cattolicità e dell'unità della Chiesa.


I due martiri, che Papa Giovanni Paolo II ha beatificato il 20 ottobre 2002, erano poco più che ragazzini quando nel 1917, battezzati e cresimati da pochi mesi, si presentarono al padre comboniano Cesare Gambaretto, offrendosi come volontari per diventare catechisti a Paimol, rimasta sguarnita dopo l'uccisione di Antonio, fratello di Davide.
Alle resistenze del missionario, titubante perché conosceva bene il pericolo cui andavano incontro, il piccolo Gildo, di 14 anni, rispose: “Padre, non temere. Gesù e Maria sono con noi”. A Paimol si diedero subito da fare. Di Gildo si racconta che coinvolgesse i ragazzi anche più grandi con i giochi.
Furono uccisi il 18 ottobre 1918 da due guerrieri locali. Avrebbero risparmiato loro la vita se avessero abbandonato il villaggio. Ma per loro era troppo importante annunciare quel Gesù appena incontrato e, con il loro intrepido martirio, manifestarono la potenza di Cristo: sono ricordati nelle loro contrade come veri «testimoni di sangue» e rappresentano la purezza del Vangelo che sempre tutela la dignità della persona e promuove la pace tra i popoli, le etnie e le culture.

La mattina del loro martirio, a Davide che lo metteva sul preavviso di una possibile fine cruenta, Gildo rispose: «Perché dobbiamo temere? Noi non abbiamo fatto male ad alcuno; siamo in questo paese solo perché il padre ci ha mandato ad insegnare la parola di Dio. Non aver paura!».
Lo stesso ripeté piangendo agli uccisori che lo invitavano ad abbandonare quel luogo e la funzione di aiuto-catechista: «Noi non abbiamo fatto niente di male. Per la stessa ragione per la quale avete ucciso Davide, dovete farlo anche con me, perché assieme siamo venuti e assieme abbiamo insegnato la parola di Dio».

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