lunedì 17 settembre 2012

Non possiamo rimanere indifferenti


Lo colpirono a morte l’11 aprile 1985 nel villaggio de La Esperanza a Tulunan, nella diocesi di Kidapawan a Mindanao, nelle Filippine. Padre Tullio Favali vi ci si era recato per soccorrere i catechisti e i responsabili di quella comunità, minacciati dal clan dei Manero in quegli anni difficili, al crepuscolo dell’era di Marcos.

Entrato in Seminario a Mantova nel 1957, nel 1970 decise di uscire per verificare meglio la sua vocazione. Erano gli anni del post-Concilio e il dibattito sull’identità del prete si faceva più forte. Fu per Tullio un periodo di travaglio e inquietudine. Rimase in perenne ricerca della sua strada, fino al 1978, quando sentì in modo potente il richiamo alla vita sacerdotale, spesa per Dio e per gli uomini. Nel 1978 entrò nel seminario del Pime di Monza e fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1981.
Chiese di partire subito per le missioni; impaziente, sembrava voler recuperare il tempo perduto. Poté farlo solo nel 1983, destinato alle Filippine e nel 1985, fatta propria la lingua locale ilongo, divenne parroco di Tulunan. Fu brutalmente ucciso dopo un solo anno e mezzo di missione da un gruppo di forze governative para-militari, con l’intento di dare una dura lezione a sacerdoti, suore e cattolici impegnati nella difesa dei diritti dell’uomo in un contesto ove erano costantemente calpestati.
Dacci, o Signore, la forza
di rinnovare ogni giorno il nostro impegno.
Dacci il coraggio
di continuare nei momenti di oscurità.
Illumina le nostre menti
perché possiamo trovare le vie migliori
per arrivare al cuore dei nostri fratelli.
Mantienici svegli,
perché siamo tentati di adagiarci.
Dacci la passione per gli altri,
anche se ciò comporta maggiore sofferenza.
Grazie, Signore, per questa giornata,
per le persone che ho incontrato
per le cose che ho scoperto.
Affido a te le mie preoccupazioni
e la mia gente, con tutti i loro problemi.
Ti chiedo di poter domani rispondere
alle tue aspettative e a quelle della gente.
                                  Preghiera scritta da padre Tullio

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