lunedì 3 settembre 2012

Nella casa dove Tu ci attendi


O Dio, nostro Padre, ti rendiamo grazie per questa famiglia che ci hai donato. Nell'amore, con cui ogni giorno ci accogliamo, ci aiutiamo, ci perdoniamo, ci offri un’immagine dell’amore con cui tu hai creato ogni vita e ti prendi cura di ogni uomo. Ti ringraziamo anche per la nostra comunità cristiana, per la parrocchia, per la diocesi, in cui tu rendi presenti i segni dell’amore di Gesù: nella Parola, nell’Eucaristia, negli esempi di amore fra­terno, che la comunità ci offre, la nostra famiglia trova un modello e un sostegno per continuare a camminare nell’amore. Ti chiediamo o Padre, che diventino sempre più intensi i rapporti tra la famiglia e la comunità cristiana. Ti preghiamo per la Chiesa universale e per il papa. Fa’ che la Chiesa assomigli sempre più a una famiglia: favorisca l’amicizia fraterna, accolga la collaborazione di tutti, sia attenta a tutti, special­mente alle famiglie senza pace, senza affetto, senza pane, senza lavoro, senza gioia. Fa’ che la nostra famiglia assomigli sempre più alla Chiesa: abbia fede in te, accolga la Parola di Gesù così come l’ha accolta Maria sua madre, applichi il vangelo alla vita di ogni giorno, aiuti i figli a rispondere con gioia alla tua chiamata, si apra al dialogo e alla collaborazione con le altre famiglie. Fa’ che la Chiesa e la famiglia siano un’immagi­ne della tua Casa, dove tu ci attendi dopo il nostro viaggio terreno.

                        Carlo Maria Martini, Preghiera della famiglia nella chiesa

 
Nato a Torino il 15 febbraio 1927, Carlo Maria Martini entrò diciassettenne nella Compagnia di Gesù, nel 1944, e fu ordinato presbitero dal Card. Maurilio Fossati, il 13 luglio 1952. Dopo aver conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958, proseguì gli studi presso il Pontificio Istituto Biblico, di cui nel 1969 divenne rettore, affermandosi nel contempo come biblista di fama internazionale. Nel 1978 venne nominato da Paolo VI rettore dell’Università Gregoriana. E nella Quaresima dello stesso anno venne chiamato in Vaticano a predicare il ritiro quaresimale al Papa e alla curia romana. Giovanni Paolo II, nel dicembre dell’anno successivo, lo elesse Arcivescovo di Milano, consacrandolo  personalmente il 6 gennaio del 1980. Nella diocesi ambrosiana, padre Martini si fece promotore della “Scuola della Parola” per facilitare ai giovani l’incontro con la Sacra Scrittura e il suo approfondimento, secondo il metodo della lectio divina. Altra iniziativa, a suo modo clamorosa, fu la  “Cattedra dei non credenti”, con la quale invitò la Chiesa a porsi in ascolto delle posizioni che, su varie tematiche che interpellano la coscienza dell’uomo contemporaneo, sono venute maturando in ambito laico e in ambienti che non condividono la fede cristiana, sviluppando con essi un dialogo franco, rispettoso e reciprocamente arricchente. Questa attitudine all’ascolto di una Parola, che ci raggiunge contemporaneamente dalla Scrittura, dall’evento di Gesù  e dall’umanità concreta in cui ci muoviamo e che si traduce nella proposta di una verità non preconfezionata, ma da ricercare ogni volta insieme all’altro che incontriamo, ci pare il segno che caratterizzò il ministero e il magistero pastorale del card. Martini. Compreso quello che copre l’arco di tempo successivo alle dimissioni dalla cattedra di Milano, per sopraggiunti limiti di età, nel 2002, durante il tempo trascorso nell’amata Gerusalemme, e, dopo il ritorno in Italia, nel 2007 fino al ritorno alla casa del Padre, avvenuto nel pomeriggio del 31 agosto, all’Aloisianum di Gallarate. Le ultime parole, nella messa concelebrata la mattina, erano state le sue, che da mesi non aveva più voce: “La messa è finita, andate in pace”.

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