lunedì 6 febbraio 2012

Una ragazza dura a morire

Madre Teresa di Calcutta disse le seguenti parole riguardo alla testimonianza di Gianna Jessen, tenuta alla Queen’s Hall di Melbourne, in cui racconta la sua storia di bambina non voluta, nata nonostante il tentativo di aborto della madre:


«Dio sta usando Gianna per ricordare al mondo che ogni essere umano è prezioso per Lui. È bello vedere la forza dell’amore di Gesù che Egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera per Gianna, e per tutti quelli che la ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto con il potere dell’amore».

Sono adottata. I miei genitori avevano 17 anni. Lei era al sesto mese e mezzo, quando si rivolse al Planned Parenthood, il più grande ente abortista al mondo. Le consigliarono un aborto salino tardivo: si inietta una soluzione salina nel grembo della madre, che corrode il bambino. Viene partorito morto nelle successive 24 ore, ma con grande sorpresa di tutti, non sono arrivata morta, ma viva, il 6 aprile 1977 nella clinica abortista della contea di Los Angeles.

Una cosa magnifica sul perfetto tempismo del mio arrivo è che il medico abortista non era ancora in servizio, così non ha potuto terminare il suo progetto sulla mia vita, cioè la mia morte.

So di parlare in un edificio del governo, amo il vostro paese quanto il mio e so che in questo tempo è politicamente molto scorretto nominare Gesù Cristo in un luogo pubblico, metterlo in mezzo in questo tipo di riunioni, il suo nome può causare ad alcuni un tremendo disagio, ma io non sono sopravvissuta per mettere le persone a loro agio, sono sopravvissuta per agitare un po’ le acque e mi piace molto farlo!
Sono stata partorita viva, l’ho già detto, dopo 18 ore. Dovrei essere cieca, ustionata, morta e invece no! Una bellissima rivincita è che il medico abortista dovette firmare il mio certificato di nascita, così so chi è. Chiunque esamini le mie carte può leggere “nata per aborto salino”, non hanno vinto!
Ho fatto qualche ricerca su quello che tentò di abortirmi, ha la più grande catena di cliniche degli Stati Uniti, rendono 70 milioni di dollari l’anno. Lessi in una sua intervista anni fa «Ho abortito più di un milione di bambini, per me è una passione».
Vi dico questo perché siamo in un interessante battaglia, che lo sappiamo o no, è in corso una battaglia tra la vita e la morte. Tu, da che parte stai?
Un’infermiera chiamò un’ambulanza, mi portarono in un ospedale ed è un miracolo: la pratica comune allora, e fino al 2002 nel mio Paese, era di sopprimere i sopravvissuti all’aborto per strangolamento o soffocamento o lasciandoli morire o buttandoli via.
Ma il 5 agosto 2002, il mio amato presidente Bush ha firmato la legge di “Protezione dei nati vivi”, perché questo non succeda più. Vedete, noi facciamo sul serio, io spero di essere odiata, prima di finire questa vita, così quando sarò presso Dio, saprò che cosa vuol dire essere stati odiati. Lui, Cristo, venne odiato. Non mi fa piacere, ma so di essere già odiata perché io proclamo la vita. Io dico «Non mi avete avuto».
L’olocausto silenzioso con me non ha vinto. La mia missione fra l’altro è questa: di infondere umanità in un dibattito, che abbiamo dimenticato, che abbiamo relegato, messo sugli scaffali, lo abbiamo chiamato “una questione”, abbiamo rimosso i sentimenti, ci siamo induriti.
È questo che volete? Quanto siete disposti a sopportare, a rischiare per proclamare la verità, nell’amore e nella grazia, e farvi avanti, disposti almeno a farvi odiare? O forse il problema siete voi? O io?
Mi misero in una prima casa di accoglienza, dove decisero che non gli piacevo, non so come si possa non adorarmi a prima vista! Che strani!
Sono stata odiata fin dal concepimento da così tanti e amata da tanti di più, ma più di tutti da Dio. Sono la Sua bambina, la bambina di Dio non si tocca! Sulla mia fronte è scritto «Trattami bene perché mio Padre è il Padrone del mondo».
Da quella casa mi passarono ad un’altra, bellissima, la casa di Penny. Avevo 17 mesi, 14 chili di peso morto e quello che io chiamo il dono della paralisi cerebrale per la mancanza di ossigeno al cervello. Mentre lottavo per sopravvivere mi vedo obbligata a dire questo: se l’aborto riguarda solo i diritti della donna, come la mettiamo con i miei? Nessuna femminista radicale combatteva per i miei diritti quel giorno, la mia vita veniva soppressa nel nome dei diritti della donna.
Io non soffrirei di paralisi cerebrale, se non fossi sopravvissuta. Quando sento il ragionamento orribile e disgustoso che dovremmo abortire i bambini a rischio di disabilità, il mio cuore si riempie di orrore.
Ci sono cose che si possono imparare soltanto dai più deboli tra noi, se li sopprimete sarete voi a rimetterci. Il Signore ha cura di loro, ma voi soffrirete per sempre.
Quale arroganza! È stato un tema a lungo sostenuto in questo nostro mondo, che il forte dovrebbe dominare sul debole, stabilire chi vive e chi muore, non vedete l’arroganza di questo? Non potete nemmeno far battere il vostro cuore, tutto il potere che credete di avere non lo possedete affatto, è la misericordia di Dio che vi sostiene, anche quando lo odiate.
La gente diceva alla mia Penny: «Gianna non sarà mai nulla», molto incoraggiante!
Lei decise di ignorarli. lavorava con me tre volte al giorno… riuscivo a sollevare la testa… per farla breve: a tre anni e mezzo camminavo con il deambulatore e i tutori. Ora sto in piedi – zoppico un pochino – senza deambulatore e senza tutori. A volte cado elegantemente, altre molto poco elegantemente, dipende. Ma è tutto per la gloria di Dio.
Sono più debole di molti di voi, ma questo è il mio discorso. È un piccolo prezzo da pagare per poter appiccare il fuoco al mondo come sto facendo e offrire speranza.
Nella nostra incomprensione di come vanno le cose ci sfugge quanto può essere bella la sofferenza. Non che me la andrei a cercare, ma quando arriva ci dimentichiamo che Dio ha il controllo e lui è capace di rendere belle le cose più miserabili.
Ho incontrato la mia madre biologica. L’ho perdonata, sono cristiana. È una donna distrutta.
Venne ad un mio incontro due anni fa, si alzò e disse: «Ciao, sono tua madre». Fu un giorno difficile, ma mentre sopportavo la situazione – voi penserete che sia stupida – ma io stavo lì e pensavo: «Io non ti appartengo. Io sono di Cristo, sono la Sua bambina. Sono una principessa. Qualunque cosa tu dica nella tua amarezza, nella tua rabbia, non è un peso per me, io non lo porterò», mi dicevo questo dentro di me.
Avete un’opportunità… Vorrei parlare agli uomini in sala, fare una cosa che non si fa mai…
Uomini, voi siete fatti per la grandezza. Voi siete fatti per alzarvi ed essere uomini. Siete fatti per difendere donne e bambini e non per farvi da parte e voltare la testa, quando sapete che è in corso un omicidio e non fate nulla. Non siete fatti per usare la donna e poi abbandonarla. Siete fatti per essere gentili, grandi, aggraziati, forti, per prendere posizione. Ascoltatemi: sono stufa di fare il vostro lavoro.
Donne, voi non siete fatte per essere abusate, non siete fatte per stare lì ed ignorare il vostro valore, meritate che si combatta per voi, sempre.
È il vostro momento: che tipo di persone volete essere? Immagino, straordinarie!
Ai politici in sala, soprattutto uomini: siete fatti per la grandezza, mettete da parte la politica, siete fatti per difendere il bene e la giustizia.
Questa ragazza vi dice: è il vostro momento. Che uomo vuoi essere? Un uomo preoccupato soltanto della sua gloria o un uomo preoccupato della gloria di Dio?
Voglio finire dicendo che alcuni potrebbero essere seccati del mio parlare di Dio, ma come posso andarmene zoppicando per il mondo e non dare tutto il mio cuore, e mente, e spirito e forza al Cristo che mi ha dato la vita? Se pensate che sono sciocca, è soltanto un gioiello in più per la mia corona.
Il mio unico scopo nella vita è far sorridere Dio.
Spero di aver detto qualcosa di sensato, mi è venuto dal cuore.
Dio vi benedica e vi protegga.



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