giovedì 18 luglio 2013

Patrono di un secolo difficile


Massimiliano Maria Kolbe nato in Polonia nel 1894 ancora giovane entrò tra i Minori Conventuali. Coltivò una singolare devozione verso Maria Immacolata. A partire dal 1917 si dedicò ad un’intensa attività missionaria, prima in patria, poi in Giappone, da cui ritornò, minato dalla tubercolosi, nel 1936.

L’attività pubblicistica lo mise ben presto nel mirino delle autorità naziste. Arrestato il 7 febbraio 1941, a Varsavia, nel mese di maggio venne inviato ad Auschwitz e condannato ai lavori forzati. Lì non cessò di esercitare il suo apostolato tra i compagni di sventura, incoraggiandoli a resistere con fermezza d’animo. È qui che, il 30 luglio 1941, si offrì di prendere il posto di Francesco Gajowniczek, uno sconosciuto padre di famiglia, condannato a morte con altri nove compagni come rappresaglia per la fuga di un prigioniero dal campo. Rinchiuso con gli altri in un bunker, Kolbe resistette per quindici giorni alla fame, alla sete, alla disperazione, nell’oscurità del carcere, consolando i compagni che, uno dopo l’altro morirono. Lo finirono con un’iniezione di acido fenico il 14 agosto 1941.
 
Venne proclamato santo, col titolo di martire, il 10 ottobre 1982 da Giovanni Paolo II.
Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso». Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno dell'obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre.
Amiamo dunque, fratelli, con tutte le forze il Padre celeste pieno di amore per noi; e la prova della nostra perfetta carità sia l'obbedienza, da esercitare soprattutto quando ci chiede di sacrificare la nostra volontà. Infatti non conosciamo altro libro più sublime che Gesù Cristo crocifisso, per progredire nell'amore di Dio.
Tutte queste cose le otterremo più facilmente per l'intercessione della Vergine Immacolata che Dio, nella sua bontà, ha fatto dispensatrice della sua misericordia. Nessun dubbio che la volontà di Maria è la stessa volontà di Dio. Consacrandoci a lei, diventiamo nelle sue mani strumenti della divina misericordia, come lei lo è stato nelle mani di Dio.
Lasciamoci dunque guidare da lei, lasciamoci condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la sua guida. Maria penserà a tutto per noi, provvederà a tutto e allontanando ogni angustia e difficoltà verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali.
dalle lettere di San Massimiliano Maria Kolbe

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