Felice Pasqua dai tuoi fratelli e sorelle
della Comunità “Evangelho é Vida”
del Bairro Rio Vermelho di Goiás.
Noi siamo ancora lì,
su quella strada
che va da Gerusalemme
ad Emmaus,
da quando le capitali
del mondo
e i centri di potere,
anche quelli dentro di noi,
uccidendo Lui,
ogni lui (e lei),
ci hanno spento
l’ultima speranza
di cambiare.
E non si ha neppure più
troppa voglia
di parlare,
sicché se Lui arrivasse
ancora,
come di fatto arriva,
sempre da straniero,
neppure saprebbe da dove
cominciare, tipo:
che sono questi discorsi?
Però potrebbe almeno chiedere:
che è questo sguardo triste?
E Clèopa, è sempre lui che parla,
noi stiamo zitti,
a dirgli: tu solo sei forestiero,
per non sapere ciò che è accaduto
in questi giorni?
Perché è ogni giorno
che accade.
Che Lui muore.
Lui è quello che
da duemila anni
ci attende al varco,
su quella via,
e riprende paziente il filo
del discorso:
Sciocchi e tardi di cuore!
Non bisognava che.
E a noi qualcosa già ci si muove dentro.
E affrettiamo il passo
per arrivare prima
ad Emmaus
e dirgli:
Si è fatto tardi, resta con noi.
E guardarlo
mentre spezza il pane
e non vederlo già più.
Ma la gioia, che gioia!
E si esce che è ancora notte
e ci prendono per pazzi e ubriachi.
Ma che importa:
Lui è,
un’altra volta,
RISORTO.
Fino a domani.
E, forse, di più.
Basta averci
occhi e cuore.
E mani.
Per spezzare il pane.
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