lunedì 12 maggio 2014

Cammino coi fratelli Luterani verso l’Unità

Dal conflitto alla comunione


Già da alcuni anni nella nostra parrocchia di S. Ildefonso, in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si sono svolte celebrazioni comuni con fratelli di altre confessioni (Ortodossi, Luterani e Valdesi) cui ha partecipato un numero sempre crescente di persone.
E’ questo sicuramente un segno dei tempi che testimonia l’avvicinamento in atto fra fedeli che per secoli si sono guardati, pur professando la stessa fede in Cristo Gesù, con diffidenza, ostilità e persino odio.


Da quando circa 100 anni fa è iniziato il movimento ecumenico sono stati fatti numerosi progressi che hanno portato sempre più spesso a celebrazioni comuni della parola di Dio e ad enunciazioni comuni su vecchie controversie che ormai sembrano obsolete.
Recentemente è comparso un nuovo documento comune fra luterani e cattolici estremamente significativo per questo momento storico della chiesa di Cristo:
2017: la Riforma - Dal conflitto alla comunione”.

Nel 2017, cattolici e luterani commemoreranno i 500 anni dall’affissione a Wittenberg delle 95 tesi di Lutero, che diedero avvio al movimento della Riforma. Luterani e cattolici vogliono celebrare assieme quella ricorrenza. Sarà la prima volta da allora.
Dopo secoli di conflitti essi hanno scoperto che sono più le cose che li uniscono di quelle che li dividono. Sarà dunque una commemorazione ecumenica.
Il 2017 sollecita cattolici e luterani a confrontarsi nel dialogo sui problemi e le conseguenze storiche della Riforma e delle risposte che ad essa vennero date. Sono cambiate le prospettive storiche e le ipotesi di lavoro, si sono approfonditi gli studi e le riflessioni sulla figura e sul pensiero di Martin Lutero, sino a riconoscerne il valore spirituale e teologico anche da parte cattolica.

Cattolici e luterani si rendono conto che loro e le comunità nelle quali vivono la loro fede appartengono allo stesso corpo di Cristo. In essi sta germogliando la consapevolezza che il conflitto del XVI secolo è finito. 
Le ragioni per condannare reciprocamente la fede gli uni degli altri sono tramontate. Luterani e cattolici, dunque, commemorando insieme il 2017 individuano cinque imperativi.
Luterani e cattolici sono invitati a riflettere ponendosi nella prospettiva dell’unità del corpo di Cristo e a cercare qualunque mezzo che potrà dare visibilità ed espressione a questa unità e servire la comunità del corpo di Cristo. 
Mediante il battesimo essi si riconoscono reciprocamente come cristiani. Questo orientamento richiede una continua conversione del cuore.

Primo imperativo: cattolici e luterani dovrebbero sempre partire dalla prospettiva dell’unità e non dal punto di vista della divisione, al fine di rafforzare ciò che hanno in comune, anche se è più facile scorgere e sperimentare le differenze.
La confessione cattolica e la confessione luterana nel corso della storia si sono definite per reciproco contrasto e hanno risentito della parzialità e unilateralità, che sono arrivate sino a oggi, quando si trovano ad affrontare problemi come quello dell’autorità. Dal momento che sono stati originati dal conflitto reciproco, questi problemi possono essere risolti, o almeno affrontati, soltanto attraverso degli sforzi comuni per approfondire e rafforzare la loro comunione.
Cattolici e luterani hanno bisogno dell’esperienza, dell’incoraggiamento e della critica reciproci.

Secondo imperativo: luterani e cattolici devono lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro e dalla reciproca testimonianza di fede.
Cattolici e luterani attraverso il dialogo hanno imparato moltissimo e sono giunti a comprendere che la comunione tra loro può avere forme e gradi differenti. Riguardo al 2017 essi dovrebbero rinnovare il loro impegno con gratitudine per quanto è già stato compiuto, con pazienza e perseveranza poiché la strada può essere più lunga di quanto non ci si aspetti, con lo slancio che non permette di sentirsi soddisfatti della situazione attuale, con amore reciproco anche nei momenti di disaccordo e di conflitto, con fede nello Spirito Santo, con la speranza che lo Spirito adempirà la preghiera di Gesù al Padre, e con la preghiera ardente che questo possa realizzarsi.

Terzo imperativo: cattolici e luterani dovrebbero di nuovo impegnarsi a ricercare l’unità visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che questo comporta come passi concreti, e a tendere costantemente verso questo obiettivo.
Cattolici e luterani hanno il compito di annunciare di nuovo ai loro fratelli nella fede e al mondo la comprensione del Vangelo e la fede cristiana come pure le tradizioni ecclesiali precedenti. La sfida che sta loro di fronte è evitare che questa rilettura della tradizione faccia ricadere gli uni e gli altri nei vecchi contrasti confessionali.

Quarto imperativo: luterani e cattolici dovrebbero riscoprire congiuntamente la potenza del Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo.
L’impegno ecumenico per l’unità della Chiesa è a servizio non solo della Chiesa, ma anche del mondo, perché possa credere. Il compito missionario dell’ecumenismo diventerà tanto più grande quanto più le nostre società diventeranno pluralistiche dal punto di vita religioso. E in questo caso di nuovo sono necessari un ripensamento e un cambiamento profondo.

Quinto imperativo: cattolici e luterani dovrebbero rendere insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo.
Il cammino ecumenico permette a luterani e cattolici di apprezzare insieme le intuizioni e l’esperienza spirituale di Martin Lutero riguardo al Vangelo della giustizia di Dio, che è anche misericordia di Dio. 
Gli inizi della Riforma saranno ricordati in maniera adeguata e giusta quando luterani e cattolici ascolteranno insieme il Vangelo di Gesù Cristo e si lasceranno di nuovo chiamare a fare comunità insieme al Signore. Allora saranno uniti in una missione comune che la Dichiarazione congiunta sulla dottrina del giustificazione così descrive: «Luterani e cattolici tendono insieme alla meta di confessare in ogni cosa Cristo, il solo nel quale riporre ogni fiducia, poiché egli è l’unico mediatore (1Tm 2,5s) attraverso il quale Dio nello Spirito Santo fa dono di sé ed effonde i suoi doni che tutto rinnovano. 

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