sabato 4 agosto 2012

Il martire sorridente


Padre Mario Borzaga, in soli tre anni ha consumato la sua breve esistenza nel Laos, sulla riva del Mekong e tra i Hmong, sulla montagna del Bue selvatico, a Kiukatiam.
Innamorato del suo sacerdozio, della Madonna della Missione, si definiva "un uomo felice, sacerdote, apostolo, missionario... e martire".

Nato a Trento il 27 agosto 1932, a 11 anni era in seminario e a 19 tra i Missionari oblati di Maria Immacolata (OMI). Il 24 febbraio 1957 fu ordinato sacerdote. All'età di 27 anni venne ucciso con il suo catechista Paolo Xyooj. La causa di beatificazione dei due giovani Martiri sorridenti è stata aperta nel 2006.

«Ho capito la mia vocazione: essere un uomo felice pur nello sforzo di identificarmi col Cristo Crocifisso. Quanto resta ancora di sofferenza,o Signore? Tu solo lo sai e per me “fiat voluntas tua” in qualsiasi istante della mia vita. Se voglio essere come l’Eucaristia un buon Pane per essere mangiato dai fratelli, loro divino nutrimento, devo per forza prima passare attraverso la morte di croce. Prima il sacrificio poi la gioia di distribuirmi ai fratelli di tutto il mondo; se mi distribuisco senza passare prima a sublimarmi nel Sacrificio, do ai fratelli affamati di Dio me stesso, un cencio d’uomo, un residuo d’inferno; se accetto la mia morte in unione con quella di Gesù, è proprio Gesù che io riesco a dare con le mie stesse mani ai fratelli. Non è pertanto una rinuncia a me stesso che devo fare, ma il potenziamento di tutto quello che in me può soffrire, essere immolato, sacrificato in favore delle anime che Gesù mi ha dato d’amare» (17 novembre 1956).


«… Nella Via Crucis, fervente col mio crocifisso tra le mani, ho considerato come Gesù abbia scelto anche me per essere un continuatore della sua Via Crucis: portatore della croce, Sacerdote. Alle volte sono preso da tristezza pensando come avrò da soffrire dal momento che Gesù per questo mi ha scelto, ma penso che qui non si tratta di discutere una possibilità del domani, ma di stabilire saldo un principio. Tutta la vita di Cristo fu croce e martirio. Dunque anch’io sono un altro Cristo. Il Cristo che mi ha scelto è il medesimo che ha dato Vita e Forza ai martiri, alle vergini: erano uomini come me, impastati di nulla e di debolezza; sono stati scelti per il combattimento, hanno ricevuto le armi, hanno lottato e vinto. Anch’io sono stato scelto per il martirio. E se voglio essere un santo prete non devo desiderare altro: perché questo è il mistero che ogni giorno mi sta fra le mani: il mistero del sangue, dell’immolazione totale, della donazione completa di se medesimo… L’Immacolata renderà l’anima mia simile alla sua». (19 febbraio 1957 - Cinque giorni prima della sua ordinazione)

«Noi missionari siamo fatti così: il partire è una normalità, andare una necessità; domani le strade saranno le nostre case; se saremo costretti ad ancorarci in una casa la trasformeremo in una strada: a Dio». (18 maggio 1957)
«L'apostolato da fare non è fuori nei villaggi sulle montagne, ma dentro di me: altrimenti sarò una voce spenta, un cadavere ambulante che non porta il Cristo». (15 luglio 1958)


«Da una settimana non si vede il sole. Verso le due e mezza è improvvisamente sbucata la jeep, con tutta la squadra, benché oggi fosse il giorno contrario. Quindi ho smesso lo studio, ho preparato il posto ai catechisti, ho letto i giornali e la poca posta che mi è arrivata. Del resto non mi ha scritto che Lucia, la quale mostra di essere ben più fervente di questo scalcinato che sono…
Vocazione alla croce non teme dolore. Chiamato a Gesù non temo i suoi passi; non gli avevo promesso che l’avrei seguito dovunque? Ora non si tratta di meditare, nemmeno di scrivere la propria meditazione, ma semplicemente di viverla.
Chiedendo al Padre il Pane per camminare, chiediamo alla Madre la strada, e qualcosa di tenero attorno per la nostra debolezza che piange, che stilla, che cade. Piccoli dovunque sulla terra, piccoli sempre. Ci si potrebbe lasciare andare, è tanto facile. Penso che sarebbe meglio affidarsi ad un sostegno, cammina dunque, cammina ancora, di forze non te ne mancheranno mai; talvolta ti potrà mancare il coraggio, ma ci sarà qualcuno che avrà coraggio per te, che ti sostituirà all’ora della prova. Rialzati cammina nel nome di Dio: Egli pensa a te e ti ama. Il Suo Amore è efficace, il Suo Amore realizza, il Suo Amore è fertile, fecondo: le rocce fioriranno, e i fiumi passeranno nel deserto con le loro onde. Alzati e cammina, ha detto Gesù al peccatore pentito.
Stamane ho fatto la scuola con Kab Jeeb, circa un’oretta: mi sembra di imparare. Infatti voglio imparare. Ma è una parola, mentre le parole di questa lingua sono centinaia e migliaia. Coraggio dunque. Dimentica te stesso. Datti da fare, combatti e spera. Ma soprattutto prega. Perché chi non prega si danna: anche se è sacerdote. Risuscita in te la Grazia che ti è stata data il giorno dell’Ordinazione». (30 maggio 1959)

Nessun commento:

Posta un commento