martedì 20 settembre 2011

Viaggio nel Paese del cacao


Per conoscere meglio il Paese in cui mi trovo, vi propongo un viaggio virtuale alla scoperta delle meraviglie locali. Signore e signori, ecco a voi la Costa d’Avorio…
dalla A alla Z!
Daniela

Abidjan. La capitale amministrativa della Costa d’Avorio (non tutti sanno che la capitale politica ivoriana è Yamoussoukro!) - è una città immensa, caotica, sorprendente. Con i suoi 5 milioni di abitanti, il traffico congestionato a tutte le ore e l’aria quasi irrespirabile si conferma tipica megalopoli africana, a tratti moderna e sviluppata, a tratti desolante e miserabile. Abidjan – non si sa bene perché – è anche una città straripante di farmacie. Nel raggio di 500 m. da casa mia ne ho contate almeno 11!


Boulevard Latrille. Lungo questo immenso viale sorgono l’ufficio in cui lavoro e l’appartamento nel quale abito. Una vera fortuna, considerato il traffico di cui sopra, perché le interminabili code di automobili che lo intasano nei giorni lavorativi non hanno nulla da invidiare al caos di Milano nell’ora di punta. Per ingannare l’attesa, c’è però il “mercato mobile”: venditrici di frutta e verdura, bambini carichi di sacchetti d’acqua potabile e pacchetti di Cleenex, giovani che – incuranti dello smog - esibiscono ogni tipo di mercanzia, dagli zerbini ai dvd, dagli occhiali da sole ai giochi da tavola, percorrendo instancabili la fila alla ricerca di potenziali clienti.


Côte d’Ivoire. Ex colonia francese, la Costa d’Avorio ospita una sessantina di gruppi etnici, differenti per lingua e tradizioni. Malinké, senoufo, agní, baoulé, akan … anche per una come me, fissata con le lingue locali, è impossibile venirne a capo! Fortunatamente ad Abidjan parlano tutti francese, la lingua ufficiale, per cui la comunicazione è assicurata. Benché ogni nuova guerra civile infligga una battuta d’arresto al suo sviluppo, la Costa d'Avorio possiede una delle economie più prospere dell'Africa occidentale, seppur fragile poiché basata principalmente sull'esportazione di materie prime. Il suo mercato dipende pesantemente dal settore agricolo. Il Paese è inoltre il maggior produttore ed esportatore mondiale di caffè, cacao e olio di palma. Di conseguenza, l'economia è altamente sensibile alle fluttuazioni dei prezzi internazionali di questi prodotti e alle condizioni meteorologiche.

Dolci. Con mia grande soddisfazione, Abidjan annovera diverse pasticcerie! Non manca neppure il gelato artigianale, buono come quello nostrano, ed anche se la cucina locale punta maggiormente su riso, manioca, banane, pesce e salse piccanti oltre ogni dire, penso proprio che durante il mio soggiorno ivoriano non soffrirò la mancanza delle ghiottonerie made in Italy!

Eclo-Ewou. In lingua baoulè significa “amiamoci”. Così si chiama una delle associazioni locali coinvolte nel progetto che coordino. Eclo-Ewou è stato l’ultimo dei 5 partners di AVSI ad entrare nel progetto in seguito alla defezione di un’altra ONG locale, pesantemente colpita dalla crisi. Mi è subito piaciuta: una sede modesta, ricavata da un container in disuso, nessun pc, pochi semplici mobili di legno … e tantissimi volontari, donne, giovani, ragazze del quartiere che – senza mai aver mai beneficiato di un appoggio economico esterno – riescono a realizzare tante bellissime attività in favore dei più indifesi grazie all’autofinanziamento. Lo spirito del volontariato, così presente nei partners locali del progetto “Nouveaux Horizons”, è un’ottima base su cui costruire qualcosa di durevole, nell’ottica del “fare con”.


FRCI. In assenza di un organo autorevole e indipendente, dotato di un mandato per risolvere le dispute post-elettorali, é stato lo strapotere militare della coalizione pro-Ouattara (Alassane Ouattara, vincitore delle ultime elezioni presidenziali, è il nuovo capo di Stato ivoriano) a sbaragliare le milizie di Laurent Gbagbo. Oggi le FRCI (Forze Repubblicane della Costa d’Avorio) sono i nuovi padroni di Abidjan, e si vede. I loro comandanti, scortati da uno stuolo di soldati, armati fino ai denti e ben decisi ad esibire il loro nuovo potere, hanno invaso la capitale … e guai a chi calpesta loro i piedi! Anche nel quartiere di Abobo nord – cuore pulsante del progetto “Nouveaux Horizons” e fino a poco tempo fa teatro di violenti scontri armati – le FRCI hanno istituito vari posti di blocco, presso i quali siamo puntualmente obbligati a fare sosta, rifiutando di pagare da bere ai piantoni di guardia (ci provano sempre!). Il dialogo con le autorità militari è importante per la buona riuscita di un progetto in favore dei giovani: ecco perché alla cerimonia di inaugurazione della POJE (Plateforme Opérationnelle Jeunesse … in pratica, il cuore del progetto!) ho invitato anche il terribile comandante delle FRCI di Abobo, che pure lo scorso maggio ha “preso in prestito” uno dei pick-up di AVSI, tuttora ben visibile nel campo base di Abobo nord!

G di guerra, G di Gbagbo, tanto è la stessa cosa. A seguito delle contestate elezioni presidenziali tenutesi a fine 2010, il Paese ha attraversato una violenta crisi politico-istituzionale, poi degenerata in guerra civile. Il rifiuto del Presidente uscente Gbagbo a farsi da parte dopo la sconfitta elettorale e la sua determinazione all’impiego della forza per rimanere al potere hanno trasformato lo scenario della Costa d’Avorio in una sanguinosa resa dei conti. Anche adesso che Alassane Ouattara è finalmente entrato in carica, le tracce della terribile crisi che ha sconvolto il Paese restano evidenti. Gbagbo, rimasto al potere per un decennio, ha fatto di tutto per soffocare il dissenso politico manipolando pretestuosamente le questioni riguardanti la nazionalità, la religione e la cittadinanza e sfruttando le tensioni presenti tra i diversi gruppi etnici per mantenere il potere. Nel 2001era stato condannato per l’arresto e l’esecuzione di decine di oppositori politici; dal 2005 fino all’accordo di pace firmato nel 2007 aveva rifiutato di indire elezioni, posticipandole per ben 6 volte. Infine, nel novembre 2010 si era rifiutato di riconoscere la sua sconfitta elettorale, innescando un nuovo conflitto in terra ivoriana.

Hotel Ivoire. Simbolo di una città sfavillante e moderna, questo imponente grattacielo da 250 euro a notte e vista mozzafiato sulla laguna, al momento è chiuso. La guerra civile ha danneggiato quasi tutte le infrastrutture della capitale … e comunque di turisti, per il momento, neanche l’ombra. È anche per questo che gli ivoriani attendono con ansia la riapertura dell’Ivoire, che sarà possibile grazie a contributi sia statali che privati: nel Paese si sente il bisogno di normalità, di stabilità, e la ripresa del turismo contribuirà certamente a lasciarsi alle spalle i fantasmi di un passato ancora troppo recente.


Insieme. Quanto sia bello vivere a due questa nuova avventura africana l’ho già detto: di fatto, durante i primi mesi in un Paese sconosciuto, la presenza di Silvio mi ha davvero aiutata a sentirmi subito a casa. Scoprire la città, crearsi un nuovo giro di amici, incastrare lo sport nel poco tempo libero a disposizione, relativizzare un problema sul lavoro o gioire per un piccolo successo ottenuto … tutto diventa più facile quando non si è soli!


Libanesi. Se i francesi sono stati gli artefici della prima colonizzazione ivoriana, i libanesi sono senza dubbio i fautori di una seconda imponente ondata conquistatrice! Basta guardarsi intorno: ristoranti, negozi, parrucchieri, farmacie, palestre, concessionarie … tutto made in Lebanon! Il proprietario del più grande centro commerciale di Abidjan, così come il gestore del piccolo chiosco alimentare all’angolo della strada, vengono dal Paese dei cedri, i cui abitanti si distinguono per intraprendenza e innato senso degli affari.


Messa. Al di là dei canti suggestivi, della fervente partecipazione e del ricco simbolismo africano, ciò che più mi colpisce nelle celebrazioni locali è la preghiera dei fedeli. Durante la recente guerra, i Vescovi ivoriani hanno proposto un accorato appello per la pace in Costa d’Avorio, appello che ogni domenica riecheggia in tutte le comunità cattoliche del Paese. Laurent Gbagbo ha lasciato in eredità una nazione straziata, divisa, martoriata, minaccia alla stabilità dell’intera regione. La transizione democratica resta una sfida ed un traguardo per la Costa d’Avorio, che si è trovata a dover fare i conti con migliaia di civili sfollati ed un’ondata crescente di attacchi di rappresaglia in seguito ai numerosi episodi di massacro, ai bombardamenti, agli stupri ed alle torture. Ieri Zoh, uno degli autisti di AVSI, mi ha mostrato sul suo cellulare un video amatoriale che sta circolando qui ad Abidjan. E’ stato girato durante la guerra e mostra un’aggressione ai danni di un uomo, picchiato a sangue e poi bruciato vivo in mezzo alla strada. La crudezza estrema di quelle immagini è il riflesso di una realtà agghiacciante e disumana, ancora viva nei ricordi e nel vissuto della gente. Per questo, ogni domenica, emoziona e commuove quella toccante preghiera per una pace tutta da costruire…

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