A Garbagnate, nella Corte Valenti, la compagnia teatrale aresina ha tenuto per due giorni la rappresentazione de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, vincitrice, lo scorso mese di luglio, di 4 premi al Festival Nazionale di Teatro Amatoriale.
Il ricavato degli spettacoli, organizzati con il patrocinio del Comune, della Azienda Ospedaliera G. Salvini e dell'Associazione Volontari Ospedalieri di Bollate, sarà devoluto all' Ospedale Notre Dame de la Consolata di Neisu in Congo, gemellato con la struttura ospedaliera di Garbagnate.
È diventata questa un'occasione per venir informati sulla realtà del paese africano.
L’Hôpital Notre Dame de la Consolata si trova nell’area sanitaria di Neisu, nel territorio di Rungu, nel distretto sanitario dell’alto Uélé, nella Provincia Orientale della Republique Démocratique du Congo, nel villaggio Ngbetu di Neisu, a 2° di latitudine nord, in piena foresta equatoriale, a 33 Km dalla città di Isiro, dove ha sede l’ufficio centrale di coordinamento dell’attività sanitaria dell’omonima zona sanitaria urbano-rurale.
Fondato nel 1985 da padre Oscar Goapper, missionario della Consolata, ha iniziato la sua attività come piccolo ambulatorio, ingrandendosi negli anni seguenti fino a diventare l’attuale ospedale che conta cinque medici, 51 infermieri (20 dei quali lavorano negli ambulatori periferici) e 51 dipendenti impiegati nei servizi di supporto. L’ospedale dispone di 146 posti letto suddivisi tra i reparti di medicina interna, pediatria, chirurgia, ostetricia e ginecologia, di studi medici dove vengono effettuate le visite ambulatoriali, del laboratorio per l’esecuzione degli esami ematici e batteriologici, di un servizio di radiologia e di ecografia, di una farmacia che provvede anche alla preparazione di soluzioni per infusione endovena e di farmaci galenici.
È inoltre operativo, dato l’alto numero di bambini malnutriti un centro nutrizionale, Centro Bolingo, che provvede alla preparazione dei pasti per la pediatria, e per gli adulti affetti da AIDS e TBC abbandonati dalla famiglia (in Africa sono i parenti che devono provvedere a fornire i pasti ai malati). Sono attivi i servizi di medicina preventiva ed igiene e sanità pubblica che comprendono le visite pre-natali, le vaccinazioni, la promozione dell’assistenza materno - infantile.
La popolazione dell’area sanitaria di Neisu è di circa 60000 unità, cifra approssimativa per difetto in quanto non esiste un’anagrafe precisa e gli abitanti dei villaggi più lontani spesso non sono registrati. Il 13.12.2007, il vescovo della diocesi di Isiro (l’ospedale di Neisu, pur essendo gestito e mantenuto dai Missionari della Consolata, è considerato ospedale diocesano) ha firmato una convenzione con lo stato che ha sancito l’integrazione dell’ospedale nel sistema sanitario congolese.
Uno dei maggiori problemi che ogni giorno si devono affrontare è la carenza di sangue per le trasfusioni, infatti l’ospedale si trova in una zona dove la malaria è endemica, più del 60% dei ricoveri è dovuto a questa malattia che quasi sempre, soprattutto nei bambini, causa una grave anemia e l’unica possibilità di compensarla è la trasfusione di sangue da farsi in tempi rapidi, se ciò non avviene le possibilità di sopravvivenza del malato sono quasi nulle.
Nel corso del 2010 sono state effettuate 655 trasfusioni, i casi di malaria ricoverati sono stati di 1316 adulti con 11 decessi e di 948 bambini con 22 decessi per la maggior parte dovuti ad anemia che non è stato possibile correggere in tempo, Purtroppo trovare un donatore compatibile e sano non è semplice, bisogna eseguire una serie di test ematici sia per stabilire la compatibilità del sangue, sia per escludere malattie da parte del donatore e questo richiede tempo e denaro perché per una trasfusione si devono spesso testare quattro o cinque donatori prima di trovare quello adatto, con notevole spesa, dato l’elevato costo dei reattivi, e ritardi che possono causare la morte del paziente.
Ultimamente si è pensato di istituire una banca del sangue in modo da avere sempre disponibile sangue sicuro che permetta di eseguire la trasfusione in tempi brevi e salvare vite, per fare ciò sarà necessario acquistare un frigorifero a pannelli solari perché per la maggior parte della giornata l’energia elettrica è fornita all’ospedale da batterie alimentate da pannelli solari: il generatore, infatti, a causa degli alti costi del carburante e delle difficoltà di approvvigionamento, funziona circa 5 h al giorno. Il frigorifero a pannelli permetterà la conservazione del sangue per 28 giorni e renderà più semplici, più sicure e meno costose le trasfusioni.
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