domenica 19 gennaio 2014
Dio ha benedetto tutti
"Cristo non può essere diviso!": è questa la forte affermazione dell‘apostolo Paolo che i fratelli e le sorelle canadesi pongono alla nostra riflessione per la preghiera comune di quest‘anno, per la settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani. È un ammonimento che riceviamo, comprendendolo innanzitutto nel contesto in cui l‘apostolo lo pronuncia: quello di una comunità che ha bisogno di ritrovare l‘essenziale della propria fede.
Proponiamo qui di seguito alcuni degli spunti di riflessione:
Noi Canadesi viviamo in un paese contrassegnato da diversità di linguaggio, di cultura, e persino di clima, e incarniamo la diversità anche nelle nostre espressioni di fede cristiana. Il fatto di vivere in questa varietà, ma anche di essere fedeli al desiderio di Cristo per l‘unità dei suoi discepoli, ci ha portato a riflettere sulla categorica affermazione di Paolo nella Prima lettera ai Corinzi: Cristo non può essere diviso!. Con fede, anche noi lo asseriamo, eppure le nostre comunità continuano a dar corpo a scandalose divisioni. La Prima lettera ai Corinzi richiama inoltre l‘attenzione sul modo in cui possiamo valorizzare e ricevere i doni degli altri anche ora, nel nostro stato di divisione, e ciò stesso costituisce un incoraggiamento nel lavoro per l‘unità.
(...) Paolo sottolinea due elementi centrali nel discepolato cristiano in cui siamo fondamentalmente legati a Cristo: il battesimo e la croce di Cristo. Non siamo stati battezzati nel nome di Paolo e non è stato lui ad essere crocifisso per noi; la nostra unità è in Cristo e la nostra vita e la nostra salvezza provengono da lui. Allo stesso tempo noi tutti facciamo parte dell‘uno o dell‘altro gruppo, e le nostre chiese locali ci nutrono nella fede e ci aiutano a camminare come discepoli di Gesù. La conclusione della questione, sia per Paolo che per noi, non è soltanto il nostro senso di appartenenza ad una particolare chiesa, il nostro scopo è, più propriamente, la proclamazione della lieta novella, l‘evangelo stesso a cui abbiamo risposto nella fede e nella gioia. Ora dobbiamo condividere questo messaggio con il mondo. La conclusione di Paolo ci sfida a chiederci se veramente rechiamo il lieto annunzio di Cristo gli uni agli altri, o se, invece, arrechiamo divisioni persino nel nome di Cristo, cioè, con le parole di Paolo, svuotando la croce della sua potenza.
(...) Quando consideriamo le molte benedizioni e i doni di Dio presenti nel nostro paese e nelle nostre popolazioni, cominciamo a comprendere che noi dobbiamo trattarci a vicenda, e trattare la terra stessa da cui traiamo il nostro vivere, con dignità e rispetto. Questo riconoscimento ci chiama alla confessione, al pentimento, alla ricerca di modi nuovi e sostenibili di vita sulla terra, e ci ha reso consapevoli che Dio ha benedetto noi tutti, e che nessun gruppo può decidere come utilizzare le risorse del paese senza aver ascoltato e accolto le voci dei nostri connazionali.
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