In ogni violenza e in ogni
guerra
noi facciamo rinascere Caino.
La violenza e la guerra
non sono mai la via della pace!
Guarda al dolore del tuo fratello,
ferma la tua mano,
ricostruisci l’armonia spezzata.
noi facciamo rinascere Caino.
La violenza e la guerra
non sono mai la via della pace!
Guarda al dolore del tuo fratello,
ferma la tua mano,
ricostruisci l’armonia spezzata.
La
guerra é sempre una sconfitta.
L’altro
e l’altra sono fratelli e sorelle da amare.
Papa Francesco
Il
cruento conflitto che in Siria oppone l’esercito
governativo ai combattenti dell’opposizione é iniziato nel 2011, eppure
sembra
che l’opinione pubblica se ne sia ricordata solo ora, di fronte alla
barbarie
dei massacri, all’uso di armi chimiche, alle centinaia di bambini
uccisi, torturati, usati come scudi umani, alle violazioni dei diritti
umani che si susseguono
imperterrite nel Paese.
Una guerra, quella siriana, che ha provocato centinaia
di migliaia di vittime e portato a 2 milioni il numero dei rifugiati, generando una crisi umanitaria
senza precedenti.
Oggi che questa
guerra ha valicato i confini siriani, l’intervento militare delle potenze
occidentali sembra inevitabile.
Abbattere
il regime del presidente Assad non é però l’unica soluzione possibile. L’alternativa
ad un attacco militare che, come sempre, mieterà numerose vittime tra i civili, passa per la
negoziazione diplomatica, il dialogo politico, la ricerca di soluzioni non
violente.
Portavoce di questo anelito pacifista, Papa Francesco ha invitato tutti gli uomini di buona volontà – cristiani, musulmani, fedeli di altre religioni, non credenti – a celebrare una giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria, sabato 7 settembre. Il suo appello é stato raccolto da milioni di persone di ogni fede e provenienza nonché dai movimenti pacifisti di tutto il mondo, convinti che una soluzione politica sia da anteporre ad un intervento militare.
Anche AVSI ha aderito alla proposta del Papa, promuovendo iniziative per la pace in ognuno dei 40 Paesi in cui é presente.
In Libano, dove la nostra ONG lavora in prima linea nell'assistenza ai rifugiati siriani dei campi profughi (si parla di circa 720.000 persone...), é stato organizzato un momento di preghiera tra musulmani e cristiani, uniti nella richiesta di un cessate il fuoco.
Così sabato mattina in tutti i quartieri di Abobo in cui operano i partners del progetto "Nuovi Orizzonti" si é tenuto un momento di preghiera per la pace in Siria.
La
popolazione ha partecipato accanto ai giovani beneficiari del progetto, che
hanno interrotto le attività ambientali in cui erano impegnati per dare spazio
a una preghiera semplice ma sentita.
Ho animato
personalmente 2 di questi momenti di riflessione, arricchiti della presenza
dell'Imam di Abobo (che ha guidato una preghiera interreligiosa in lingua
djola), di un rappresentante del Ministero della Solidarietà, della radio
comunitaria di Abobo, che ha amplificato l'iniziativa a livello locale, e di
alcuni "guardiani della pace", formati nell'ambito del progetto
stesso per orientare le attività di educazione alla pace.
Si é trattato di un momento molto bello e significativo, soprattutto se si pensa che Abobo é il quartiere più "caldo" di Abidjan (tanto da meritare il soprannome di "Abobo la guerra") e che parlare di pace in un simile contesto, in cui la violenza é all'ordine del giorno ed in cui il ricordo della guerra civile é ancora recente, é tutt'altro che scontato.
Un gesto
concreto, insomma, per dire il nostro NO alla guerra come strumento di risoluzione dei
conflitti ed esprimere la nostra vicinanza al popolo siriano.
«Quando Dio chiede - Dov'è Abele tuo fratello? - Caino risponde - Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello? - Noi invece dobbiamo dire sì. Essere persona umana vuol dire che siamo custodi uno dell’altro».
Daniela Gelso
Project Manager
AVSI Côte d'Ivoire
Project Manager
AVSI Côte d'Ivoire
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