Carissimi,
Gli ultimi mesi, densi di novità e di avvenimenti, non mi hanno permesso di restare in contatto con ognuno di voi nel modo in cui avrei voluto. Per chi ancora non sapesse perché sto scrivendo dalla Costa d’Avorio, riassumo dunque questo ultimo periodo.
All’inizio di aprile, conclusa l’avventura burundese, sono rientrata in Italia per una meritata pausa. Nel cuore tanta gratitudine per la bellissima esperienza degli ultimi mesi a Radio Isanganiro in veste di project writer; in testa … una nuova ripartenza in terra d’Africa.
All’inizio di aprile, conclusa l’avventura burundese, sono rientrata in Italia per una meritata pausa. Nel cuore tanta gratitudine per la bellissima esperienza degli ultimi mesi a Radio Isanganiro in veste di project writer; in testa … una nuova ripartenza in terra d’Africa.
La mia nuova meta? La turbolenta Costa d’Avorio, martoriata dall’ennesima guerra civile conclusasi da poco con l’arresto del Presidente Laurent Gbagbo.
Rifiutandosi di lasciare il potere dopo una solenne disfatta elettorale, costui aveva imbracciato le armi contro il legittimo vincitore, seminando dietro di sé morte, distruzione ed un milione di sfollati.
La crisi che ha sconvolto il Paese ci ha obbligati ad un lungo pit-stop italiano terminato lo scorso 1º giugno … e se parlo al plurale è perché stavolta non sono partita da sola: quel cooperante italiano incontrato in Burundi un anno fa è infatti diventato il compagno con cui condividere questa nuova avventura africana … e – chissà! – forse anche l’avventura della vita.
La partenza in coppia cambia la percezione di tante cose, mitiga le sfide, rende il soggiorno in un Paese straniero meno insidioso e più familiare, tanto più che adesso a Silvio mi lega anche il lavoro: la Provvidenza ci ha davvero messo lo zampino, perché nel momento in cui ho deciso di rinunciare ad una bella opportunità di carriera in un altro Paese per potergli stare vicino e seguirlo in Africa occidentale, mi è stato proposto il ruolo di Project Manager nella sua stessa ONG, AVSI.
Qui ad Abidjan siamo dunque anche colleghi: lui – in qualità di Operations Manager – supervisiona logistica, amministrazione e sicurezza a livello di sede centrale; io coordino invece un grande progetto socio-educativo in favore dei giovani vulnerabili di Abobo nord, uno dei quartieri più poveri e popolati della capitale ivoriana . Si tratta di un progetto della durata di 3 anni, che sarebbe dovuto partire in gennaio ma che, a causa della guerra civile, comincia solo ora.
5 mesi di ritardo sulla tabella di marcia sono tanti e stanno rendendo particolarmente frenetico il mio primo periodo nel Paese del cacao: due uffici da aprire, il personale da reclutare, i bandi di gara per l’acquisto di una 4x4, le riunioni con i partners locali e l’inizio delle attività…
Tuttavia, anche se per il momento le mie giornate lavorative durano in media 11 ore e la pausa pranzo è stata fagocitata dai mille impegni imposti dal Piano Operativo, questa nuova sfida professionale si sta rivelando molto promettente e spero che possa rivelarsi un’occasione di crescita e di arricchimento anche sul piano personale.
Per cominciare, il progetto “Nouveaux Horizons” (nuovi orizzonti) si innesta sul lavoro e sulle capacità di 5 associazioni locali che lavorano da tempo con e per i giovani, ciascuna in un ambito diverso: attività sportive e culturali, musica e teatro, assistenza familiare per i casi più delicati, formazione sui diritti dell’uomo e via dicendo. Oltre ad offrire a 4300 giovani un’alternativa alla strada e alla delinquenza, lavoreremo per creare una piattaforma solida e credibile (la POJE) che inglobi gli attori locali e che possa, un domani, farsi a sua volta promotrice di azioni e interventi in favore dei più vulnerabili. In Costa d’Avorio questo è il primo progetto di leadership giovanile finanziato dall’Unione Europea … e nella speranza che sia anche il primo di una lunga serie, tutti gli occhi sono puntati su Abobo nord!
In questa fase di ricostruzione post-crisi è davvero importante seminare la speranza, lanciare segnali positivi, incoraggiare alla ripresa. E a me piace pensare che anche grazie a questo progetto possano aprirsi Nuovi Orizzonti per tanti giovani ivoriani.
Daniela
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